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Sapete quando un bambino cresce, passa per molte fasi più o meno canoniche, una delle più iconiche è quella degli amici immaginari.

Nel web è pieno di genitori apprensivi che vedono una minaccia dietro queste figure, o temono che siano sintomi di introversione e volontà di isolarsi.

In realtà non è altro che un risultato di gestire ansie e paure, un processo di creazione di un “doppio”,con cui poi si interagisce mettendoci un po' di ciò che il si vede al di fuori, e un po' di ciò che si ha dentro.

Ogni bambino ha un amico immaginario diverso, in base ai tratti che gli passa di sé e degli altri, di solito è un amico fedele, con cui condividere avventure, segreti, giochi, o momenti di vita quotidiana, o a volte un capro espiatorio a cui dare delle colpe.

Tutto sommato quando non sfocia in qualcosa di più, e quando non persiste fino all'adolescenza, si tratta di un qualcosa che è anche benefico secondo la psicologia.

Anche io non sono stato esente da questa fase, in realtà sono così preso che non mi sono neanche presentato, mi chiamo Simon, scusate se non mi soffermo molto su me ma non sono il tipo da convenevoli, anzi per la verità sono probabilmente abbastanza asociale, i miei contatti si contano sulla punta delle dita, ho pochi amici, vivo da solo lontano da casa, e la ragazza... non parliamone neanche, tabù per me.

Lavoro nella sorveglianza, turni di notte, cosi non devo stare troppo in mezzo alla gente, non è posto per me.

Faccio grandi spese di Lunedì evitando le folle del weekend, e non dovendo riuscire almeno per un altra settimana, e se ho voglia di svagarmi ordino da asporto, per molti potrà sembrare una vita triste, ma a me calza a pennello.

Esco a correre la mattina presto, per non subire le conseguenze di uno stile di vita sedentario, e ogni tanto la sera con gli amici, o al massimo al cinema, per qualche proiezione sul tardi sempre se non ho turni di lavoro, per il resto non sono tipo da pub e discoteche.

O meglio bisognerebbe dire che ero così, prima di ciò che è successo negli ultimi 9 giorni.

Dicevo comunque, che anche io avevo un amico immaginario da bambino, si chiamava Thomas, nulla di che, non di certo una creatura singolare, un bambino dai capelli rossi, di carnagione pallida e occhi olivastri anche lui.

Come avrete capito la mia asocialità ha contribuito al rapporto esclusivo che ho sviluppato con Thomas, giocavamo, guardavamo film e mangiavamo assieme.

Sul divano lui aveva il suo posto vicino a me e neanche ai miei consentivo di occuparlo, e i miei genitori, molto apprensivi, cedevano a queste mie premure, tanto da apparecchiare e mettere qualcosina anche per lui, dopotutto era solo un'innocente fase da bambini, non davo fastidio ed i miei mi vedevano sereno.

Adoravo Thomas, e credo che relazionarmi con lui sia l'unico motivo per il quale sono riuscito a crearmi qualche legame e non sconfinare nell'apatia.

Ma poi, come succede per la maggior parte dei bambini, quando il mio Thomas ha adempiuto ai suoi compiti, da un giorno all'altro, è andato via, sparito, come non ci fosse mai stato.

Avevo iniziato le elementari e mi ero fatto qualche amico, e iniziavo ad essere pronto per avere qualche piccola relazione con gli altri bambini, nulla di che, sempre pochissime ed esclusive, ma ormai non avevo più molto tempo per Thomas.

E così come ho detto, un giorno sparì, e a dir la verità, non versai lacrime o urla, anzi neanche ricordo precisamente quando cessò di essere al mio fianco... come un giocattolo vecchio l'ho riposto nella mia mente, e me ne sono dimenticato, e sono andato avanti con la mia vita.

Così chiudiamo la breve parentesi, che poi tanto breve non è stata, e saltiamo a 9 giorni fa.

9 GIORNI FA

Stavo rientrando a casa dopo il turno di notte, classica ronda noiosa e il sole che iniziava a fare capolino mentre rientravo a casa, tutto regolare, mi sono tuffato nel letto e sono crollato subito. E... ho sognato... strano a dire il vero, non sogno quasi mai, e comunque nulla di notevole, ma quella mattina... fu diverso.

Avrete capito sicuramente chi sognai... si trattava di Thomas, era lontano da me, mi fissava, il tempo per lui sembrava non essere passato, il solito bambino dai capelli rossi, ed io e lui eravamo in una stanza completamente buia dove ci vedevamo solo noi ed il nero più assoluto.

Non vi nascondo che era un po' turbato al risveglio, ma, in fondo chissà quante cose tornano in mente così di colpo, e Thomas alla fine era un piacevole ricordo, così non vi badai, dopotutto i ritmi da turni di notte sono estenuanti e anche quello non aiutava.

8 GIORNI FA

La giornata fluì regolarmente, e di nuovo mi tuffai a letto dopo il mio turno, col sole che lentamente si alzava e io che chiudevo le tapparelle per non essere disturbato da quei raggi tanto splendenti tanto fastidiosi, per uno che vuole solo dormire.

Lo sognai di nuovo, Thomas, ma stavolta fece un passo verso di me, e... provai a parlare, a chiamarlo: “Ciao... Thomas... come stai? Non ci vediamo da tanto, vero?”

“Già... da tanto...” rispose lui, con un tono molto arrabbiato, con la fronte aggrottata, tanto che per certi versi era anche buffo, come quando i bambini provano a sembrare arrabbiati.

Poi più nulla, mi svegliai più tardi, con un senso di angoscia, per cui decisi di sentire il parere di un'esperto.

Consultai uno psicologo, il dottor Benjamin, che mi consigliò di proseguire, e che mi diede molte informazioni sugli amici immaginari, come quelle che ho scritto all'inizio.

Mi disse che poteva capitare che alcune volte la mente ci riproponesse amici immaginari, e che non avrei dovuto dargli peso, anche per non aggravare il fenomeno, così mi prescrisse dei sonniferi per dormire meglio e mi tranquillizzò.

7 GIORNI FA

I sonniferi non aiutarono granché, visto che la sera stessa sognai di nuovo Thomas.

Mi fissava e ad un certo punto disse:  “Perché? Io ti volevo bene... ti sono stato vicino... e mi hai gettato come un giocattolo quando non ti servivo più... mi hai dato la vita solo per il gusto di togliermela, e lasciami a marcire...”

Rimasi in colpevole silenzio... dopotutto, cosa potevo dire...? Era vero.

Dopodiché di nuovo nulla, mi svegliai più tardi e decisi di tornare dallo psicologo.

A quel punto non sapevo se essere sorpreso o inquietato da ciò che il mio cervello aveva partorito.

Tornai di nuovo dal mio psicologo, e lui espresse l'idea che potesse essere un senso di colpa latente, che mi logorava e provocava queste visioni, e mi consigliò di riappacificarmi con il mio amico immaginario, di fare ammenda.

6 GIORNI FA

Nonostante le più forti dosi di sonniferi, continuai con il mio sogno, dove Thomas si lamentava del trattamento che gli avevo riservato, ed io cercavo di scusarmi, come il dottor Benjamin mi aveva consigliato, e di fargli capire che non lo avevo abbandonato, come lui sosteneva, ma nulla di degno di nota. Lui si ostinava a darmi la colpa di averlo dimenticato, e le mie scuse sono servite a poco.

5 GIORNI FA

Qui le cose si fecero davvero singolari, ebbi con Thomas una conversazione che mi lasciò davvero perplesso sulla trama che la vicenda stava prendendo.

Thomas questa volta esordì con una strana affermazione: ”Sai non è del tutto un male, ho incontrato un amico migliore di te, e si prende cura di me e degli altri.”

“B... Bene” risposi confuso “E gli altri chi sono? Altri amici?” aggiunsi.

“Si... ma non amici miei, amici vostri, Simon.”

“Non ti seguo, Thomas”.

Per l'ennesima volta quello era il mio unico ricordo prima del risveglio.

4 GIORNI FA

Tornai a vedere il mio psicologo, che pensò che stessi andando incontro a psicosi o forti stress mentali, e che la situazione non fosse più salutare, tanto da iniziare a prescrivere farmaci veri e propri, sperando di risolvere il problema.

Inutile dire che se sto scrivendo, la storia non è finita li.

I farmaci non sortivano effetti sui miei incontri con Thomas, tanto che durante l'incontro del giorno successivo, Thomas si presentò, disse una frase soltanto, la ricordo ancora: “Quando arriverà il momento... fatti da parte... me lo devi.”

Piano piano la paura prese il posto della confusione, questa facendo mi stava sfuggendo di mano... e avevo paura di impazzire... smisi anche di frequentare il dottore, e interrompetti le comunicazioni con famiglia e amici, ma questo non fermò Thomas, che continuava a chiedermi di farmi da parte al momento giusto, che se non lo avevo abbandonato di proposito, avrei avuto un occasione di redimermi.

Ed eccoci a 4 giorni fa... quando ci penso... Dio, mi sembra che sia passato così tanto tempo dal primo sogno di Thomas... e invece in un paio di settimane la mia vita non era più la stessa.

3 GIORNI FA

Ormai ero intenzionato a capire cosa stesse succedendo, e mi ero anche dato malato al lavoro, per poter affrontare la questione di petto, per poter riprendere il controllo sulla mia vita.

E così quella sera mi coricai presto, e aspettai l'incontro con Thomas, nella consueta stanza completamente nera, quasi come una scatola priva di colore se non quello mio e di Thomas, e finalmente... inizia ad unire e tasselli del puzzle.

Questa volta così come la prima volta che parlai col mio amico, fui il primo a parlare: “Thomas, non riesco a capire cosa mi sta succedendo... probabilmente sto solo parlando da solo nel sonno... ma devo sapere... dimmi cosa sta succedendo... ti prego!”

“Cosa vuoi sapere?”

“Chi sono gli altri amici? Chi è che si prende cura di voi?”

“Noi siamo gli amici immaginari, Simon, quelli che tu e la gente come te avete abbandonato... quanto a lui... è difficile spiegartelo, e probabilmente non dovrei... ma ti devo la mia esistenza, anche se poi mi hai gettato nell'oblio... ma mi hai fatto onesto come te, immagino di dovertelo si... beh... lui è il Babysitter, o meglio, noi lo chiamiamo il Babysitter.”

“E chi sarebbe?”

“Il Babysitter? È... Beh, lui è come noi, un amico immaginario... il primo di tutti... che esiste da non so quanto tempo, già nell'antica Grecia... e che è sopravvissuto al suo creatore. Regna sul reame del sonno, e ogni sogno è nel suo dominio. Ha anche un nome... ma è complicato... è Morfeus, o meglio i greci lo chiamavano così... e a lui piace.”

“Devo capire, che mi succede? Perché sogno tutto questo? Sono impazzito, vero? Morfeus? Gli amici immaginari? Dio, sono da ricoverare!”

“No, tranquillo, sei sano come un pesce. Vedi, il Babysitter esiste, così come esisto io, sebbene per te sia difficile da comprendere, se non impossibile... sarò più esplicito. Il Babysitter, Simon, ci ha trovati nel sonno, è strisciato nelle vostre menti, e ci ha visti lì, gettati, indifesi, abbandonati... e ci ha presi con lui, e non solo... ci ha dato la speranza di vivere...”

“Beh... Okay? Ma io che c'entro? Voglio che tutto questo finisca!”

“Non ancora... ma presto... potrai espiare il tuo torto, il torto che mi gli fatto subire... ecco perché sai, per poter espiare, e quando avrai espiato, allora sarai libero”.

Mentre cercavo di capire chi avesse parlato, il nero attorno alla stanza prese forma, e modellò il corpo di un ragazzo, di una decina di anni, con capelli biondi, occhi verdi, vestito completamente di nero. Solo la sua carnagione biancastra ne rendeva percepibile la sagoma.

Doveva essere Morfeus.

“Thomas... rifiuterà alla fine... rifiutano tutti” disse lui.

Mi svegliai tutto sudato, di soprassalto, con questa discussione come unico ricordo delle mie ore di sonno.

Pensai tutto il giorno a ciò che era successo, e decisi che se stavo impazzendo, forse la mia mente mi stava dando una chance di recuperare la sanità, espiando queste colpe. Tutto filava, come aveva detto anche lo psicologo.

Con questi pensieri mi svegliai e con gli stessi andai di nuovo a dormire.

2 GIORNI FA

“Eccoti, ci ho pensato, voglio espiare il mio peccato, basta che tutto questo smetta!” dissi appena Thomas comparve davanti a me.

“Bene, allora seguimi...” disse lui, e si avviò nel buio della stanza.

Quelle che io pensavo fossero mura nere si rivelarono profondi corridoi, e alla fine quando fummo nel nulla, Morfeus comparve davanti a me.

Non capisco... Thomas... perché?”

“Lasciati andare... sarà veloce... se mi cedi la tua vita, potrò averne una io... nel tuo corpo... e tu potrai liberarti del fardello di avermi abbandonato.”

Morfeus mi saltò addosso, con la presa salda sul mio collo.

Subito cercai di divincolarmi... strattonandolo  e sbattendolo sul pavimento di quella stanza sempre fottutamente nera, sopra e sotto, poi colpendolo con pugni e calci, mentre lui scalpitava e mordeva.

Alla fine dopo secondi che sembravano anni... Morfeus mollò la presa... dopotutto era ancora un ragazzino e a parte i sogni, non pareva avere particolari poteri.

“Morfeus, avevi ragione... alla fine non ha accettato” disse Thomas, che aveva assistito impassibile alla scena.

“Tutti uguali...” disse allora Morfeus con un velo di tristezza nella voce.

Mi svegliai in preda al panico, col respiro pesante, e pensando di essere impazzito del tutto andai a sciacquarmi la faccia.

Solo allora inizia a provare terrore, e da quel momento, la paura non mi ha mai abbandonato.

Nello specchio del bagno notai che il mio riflesso aveva dei segni sul collo, piccole mani... e dei morsi sulle mie braccia.

Andai nel panico. Corsi dal dottore a raccontargli tutto, e lui chiese il numero di qualche mio familiare, probabilmente per dirgli che ero impazzito o qualcosa del genere.

Mi consigliò di andare al pronto soccorso e raccontare l'accaduto... e... finsi che lo avrei fatto... ma che senso poteva aver? Nessuno mi avrebbe creduto.

Decisi che L'unica cosa da fare fosse non dormire più, cosi da evitare spiacevoli incontri con Thomas e il babysitter.

1 GIORNO FA

Abituato ai miei ritmi notturni ero distrutto già a metà giornata, e crollai subito, il piano di restare sveglio svanì in un istante.

Mi svegliai e... tutto era andato bene... nessun'incubo... nessuna stanza nera.

Avevo dormito più di 12 ore, stando al display del cellulare, però ne ero uscito indenne.

Un rumore sordo proveniente dall'ingresso mi allarmò.

“Fa' con comodo, non dormi da un po', riposati...” Sentii dire da qualcuno che aveva appena aperto l'uscio della porta di casa mia.

Raggelai, restai bloccato come paralizzato.

Presi coraggio e puntai il mio sguardo verso la porta della mia camera, attendendo l'arrivo dell'interlocutore, introdottosi in casa mia... e... lo vidi, fare capolino da dietro la porta... ero così confuso che non urlai neanche.

Il mio psicologo, il dottor Benjamin era li e mi fissava.

 “Ah... gli uomini non rinunciano alla vita così facilmente...”

 “T-Tu sei...” esclamai con un filo di voce mentre le lacrime di facevano strada sul mio volto... “M-Ma perché... dottor Benjamin... ?” aggiunsi.

"Te lo avevo detto di fare ammenda, ragazzo".

"Anche lei, dottore? Cosa c'entra con questa storia?!"

“Oh no... anche il dottor Benjamin aveva un amico immaginario da piccolo, e alla fine anche io ho avuto il mio turno di vivere. Agisco solo per Morfeus, lui non può venire qui... ma noi sì... e possiamo essere suoi tramite l'aiutare gli altri amici immaginari. ”

“Perché io? Perché?!?” dissi di nuovo con le lacrime che scorrevano a fiumi sulle miei guance.

“No, non tu, ma voi, tutti voi che avete giocato con la vita, creatori di amici che poi avete abbandonato...”

“Ero solo un bambino... come potevo...?” mugolai piangendo dalla disperazione.

“Vedi, il mondo non è solo bianco o nero... ci sono varie sfumature... noi non siamo malvagi, e neanche Morfeus lo è, anzi, dà la possibilità a tutti di godere della vita, tu lo vedi nero, Thomas bianco, ma la verità è nel mezzo, nel grigio.”

“Ti prego, no...”

“Non puoi fuggire, Simon, e non parlo di me o di Thomas, ma di Morfeus... Vedi, voi umani avete creato i vostri amici immaginari, sanno tutto di voi, alcuni sono uguali a voi, alcuni sono disegni, altri entità che vedete solo voi, altri invece i peluche che vi facevano compagnia nel letto la notte... e la verità è che sono parte di voi, e vi conoscono come nessun'altro... Sanno cosa odiate... cosa amate... cosa pensate... come siete davvero... e di cosa avete paura. Come si vince contro sé stessi? Questi sono gli alleati di Morfeus, per cui non potrai mai sfuggirgli. Non farti ingannare dal suo aspetto da ragazzino... non opporti... o sarà peggio...”

“Cosa posso fare? Per favore... aiutami! Se Morfeus non è malvagio devo avere una chance!” dissi di nuovo in una disperata supplica.

“Cosa puoi fare? Puoi goderti la vita, o quello che ti rimane... lascia che te lo ripeta, Simon... Goditi il tempo che ti rimane. Licenziati, spendi tutto ciò che hai, lascia stare la prova costume e mangia tutti i piatti che hai sempre desiderato, compra la macchina che ti piace, vedi tutti i film che sono al botteghino, chiama casa, esci con i tuoi amici, di' alla ragazza che ti piace quello che provi... Non lasciare rimpianti, questo è il mio consiglio.”

“No... ti prego, no...”

"Morfeus tornerà. Che tu lo voglia o no, a verrà a liberare Thomas, e gli darà la sua chance di essere a questo mondo... perciò non perdere tempo a piangere.

"Non voglio morire...

 “Ah, e ricorda... se sei ancora vivo è anche grazie a Morfeus, il messaggio... di godersi la vita... vuole che tu lo diffonda, per questo ti sta lasciando del tempo, così potrai sperare in po' di redenzione all'altro mondo, visto che hai perso la chance con Thomas.”

Ero terrorizzato, così chiamai la stazione di polizia per poter denunciare Benjamin o chi diamine potesse esserci nel suo fottuto corpo.

“Pronto? Qui il 911, le consigliamo di stare calmo e godersi la vita, Simon!”

Non sapevo più se piangere o gridare, e così corsi in strada.

Andai incontro ad un passante e lo implorai di aiutarmi.

Lui mi sorrise e mi disse: “Stai calmo, Simon, goditi la vita invece di startene così agitato, ti farai venire un infarto!'”

Corsi velocemente in chiesa e cercai un prete per chiedere un esorcismo, tutto pur di essere libero da quei demoni che mi tormentavano.

“La prego, sono perseguitato dai demoni... mi esorcizzi, padre, la prego...”

“Oh, che sciocchezze! Morfeus e Thomas non sono demoni, cosa ci faresti con un esorcismo? Perché non ti rilassi e ti godi la vita?”

Tornai di nuovo a casa, se mai me ne sarei andato, lo avrei fatto alle mie condizioni...

Mi misi seduto sul balconcino del mio appartamento al terzo piano... poteva bastare per finirla... ma... non ce la feci a buttarmi.

Una folla era radunata li sotto a guardare ma non chiamavano i soccorsi e non dicevano nulla, probabilmente erano amici immaginari che aspettavano Thomas, venuti li per vedere la mia fine e riferirla al Babysitter.

Tentai di spingere il mio corpo di sotto ma non ce la facevo a rinunciare così alla vita, ne ero troppo attaccato... come aveva detto anche il Morfeus.

Non ci potevo credere.

Scelsi dal balcone.

Caddi sulle ginocchia.

Piansi per ore.

OGGI

Ho decise di seguire gli insegnamenti di Morfeus e dei suoi amici “immaginari”. Ho deciso di godermi il tempo che mi resta con la mia famiglia ed i miei amici, e di scrivere la mia storia per trovare almeno un po' di serenità nell'aver aiutato qualcuno.

Ogni tanto qualche sconosciuto mi ferma e mi dice che devo godermi la vita  ma... non ho più paura, ho accettato tutto, non ha senso opporsi... loro sono già fra noi, fra voi... perciò... se avete mai avuto amici immaginari di ogni genere, sappiate che Morfeus verrà per voi, e che con ciò che avete letto, siete stati avvertiti.

Vivete la vostra vita al massimo, non portatevi rimpianti, e siate felici, perché la domanda non è se il vostro amico arriverà, ma quando arriverà.



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Narrazioni[]

Amico_Immaginario

Amico Immaginario

Narrazione di La Voce Dell'Alchimista


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