Juuzuo (Bacheca | contributi) (Creata pagina con 'Mi affascinano molto gli oggetti d’antiquariato. Molto spesso quando faccio un salto a trovare i nonni mi fiondo subito in soffitta a rovistare in qualche vecchio scatolone...') Etichette: Modifica visuale apiedit |
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Versione delle 20:14, 28 giu 2015
Mi affascinano molto gli oggetti d’antiquariato. Molto spesso quando faccio un salto a trovare i nonni mi fiondo subito in soffitta a rovistare in qualche vecchio scatolone. A volte trovo qualcosa d’interessante, altre volte non trovo niente o altre volte ancora trovo qualcosa che forse era meglio non aver trovato.
Proprio ieri in soffitta dai nonni trovai un vecchio disegno. Chiesi a mia nonna informazioni su esso ma non ne seppe nulla. Lo portai a casa, mi misi alla scrivania e guardandolo meglio vi era disegnato soltanto un volto, però senza particolari; occhi, naso, capelli non v’erano disegnati, solo la bocca era leggermente segnata.
La carta del disegno era davvero vecchia e ingiallita, odorava di muffo. La tentazione di buttarlo fu immediata ma prima di farlo m’accorsi che sul retro vi era scritto qualcosa in matita; la scritta era troppo leggera, le condizione del foglio l’avevano rovinata ancora di più ma in qualche modo riuscii a leggerci qualcosa, c’era scritto:
<< Ci sono notti in cui non si riesce a dormire..>>
<< Ci sono notti in cui il corpo s’irrigidisce e inizia a sudare..>>
<< Ci sono notti dove gl’incubi sembrano così reali che ti rimangono impressi anche da sveglio..>>
Ero un po’ stranito dal leggere ciò, cos’era: Una poesia? Una filastrocca? Tentai di continuare anche se la scarsa illuminazione data dalla lampadina sulla scrivania non mi rendeva facile il lavoro.
<<Ci sono notti dove il cuore ti sale in gola..>>
<< Ci sono notti dove ti copri fino alla testa per paura che qualcuno venga a prenderti..>>
<< E poi ci sono notti ….>>
Feci fatica a leggere l’ultima frase, la carta in quel punto era fin troppo rovinata e tentai di dimenarmi col foglio il più vicino possibile alla lampadina per concludere la frase.
<< E poi ci sono notti come ….>>
Niente da fare, non riesco a leggere.
“Continuo io.”
M’impietrii, una voce fredda e rauca mi sussurra vicino all’orecchio, tentai di guardare chi fosse ma l’illuminazione della lampadina mi permise di vedere solo due labbra che con un macabro sorriso dipinto conclusero:
“E poi ci sono notti come queste: che non sai come andranno a finire..”