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Copeland002

Luogo omicidi: Inghilterra – Londra |   Periodo omicidi: 1999 |   Vittime: 3+, miste

Tecnico specializzato. Il secondo di tre maschi, cresce in una famiglia della media borghesia e trascorre un'infanzia apparentemente normale e serena con vacanze all'estero, lezioni di golf e di chitarra. Rispetto ai suoi fratelli, era il bambino più gentile e mite di carattere, ma, intorno ai 9 anni, inizia a mostrare segni di natura violenta e, negli anni a seguire, il suo passatempo preferito è quello di terrorizzare il fratello più giovane, Paul. Durante l'adolescenza, inizia a sviluppare un desiderio sempre più forte di diventare un serial killer, particolare che racconterà durante i colloqui fatti da adulto con uno psichiatra. In seguito, quando verrà arrestato, dirà alla polizia che, da piccolo, i genitori lo avevano sempre accusato di essere omosessuale, senza che ci fosse nessun motivo. A 13 anni, il giovane David inizia ad avere delle visioni in cui si vede mentre sta torturando delle vittime sconosciute con degli uomini e poi le strangola. Violento contro il fratello, a scuola Copeland riesce a mantenere intatta una “facciata di normalità”, tanto che una sua professoressa lo descrive come un ragazzo tranquillo che non dà mai problemi e dall'aria inoffensiva. Nel 1997, la madre sparisce all'improvviso, dopo avergli detto che non vuole avere più niente a che fare con lui. Copeland si mette a bere smodatamente e s'iscrive al Partito nazionalista inglese, un movimento di destra estrema, ma lo abbandona dopo pochi mesi di militanza sostenendo che non era abbastanza “paramilitare” per i suoi gusti. Per un certo periodo, va a lavorare con un contratto da tecnico in Russia e, al suo ritorno in Inghilterra, si iscrive al Movimento nazionalsocialista nel 1999. Da quel momento, quando scrive una lettera, usa la firma “Heil Hitler” e inneggia pubblicamente a eroi nazisti come Himmler, manifestando un odio viscerale per gli omosessuali. Nel 1999, Copeland commette tre attacchi dinamitardi usando bombe confezionate artigianalmente, con chiodi e polvere esplosiva simile a quella tipica dei fuochi d'artificio, uccidendo tre persone e ferendone più di 130. Gli attacchi sono motivati dal suo odio razziale e le vittime sono miste, senza nessun coinvolgimento personale, ma solo perché si tratta di soggetti appartenenti a comunità che lui detesta. Il primo attacco avviene nella comunità nera del quartiere londinese di Brixton, il secondo in una comunità asiatica di Brick Lane, il terzo in un pub di Soho frequentato da omosessuali. Quando viene arrestato, David Copeland invoca l'infermità mentale, ma la giuria non gli crede e lo condanna a sei ergastoli. Nel suo appartamento, la polizia trova una collezione di coltelli, accette, una balestra dotata di mirino telescopico, una pistola a gas e diverso materiale per costruire altre bombe. Non ha nessun rimorso per le persone uccise e ferite, dice di odiare gli asiatici, i neri e gli omosessuali e che la sua intenzione era scatenare una guerra razziale (“La mia intenzione era di causare morti, sofferenza, distruzione e caos”). Era convinto di essere Dio mandato sulla terra per “distruggere tutto e tutti”. Voleva colpire anche la comunità ebraica e poi si sarebbe suicidato (“Dovevo farlo. Ora sono un serial killer e tutti sanno chi sono. Sarò più famoso di Lady Diana”).

Fonte: "I serial killer" di Vincenzo Maria Mastronardi e Ruben de Luca

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