Il mio nome è Mark Traevor, o almeno credo.
Ultimamente non so più chi sono.
Nel vero senso della parola.
Mi capita spesso che delle persone mi salutino e che io non le riconosca neppure; a volte mi capita invece di sentirmi un'altra persona, come se perdessi la mia vera identità e assumessi quella di tutt'altri.
La gente mi guarda come se io fossi pazzo, ma non capisco come mai mi succeda tutto questo... Mi capita quasi sempre una volta al mese.
Coincidenze su coincidenze, c'è un killer che imperversa nel mio quartiere e anche lui agisce una volta al mese: i giornali ne parlano come "folle omicida sadico", ma forse anche lui si sente come me... Forse lui è un uomo solo, che vive rubando la vita agli altri... Non lo capirò mai.
Ma, tornando alla mia "malattia", qualche sera fa mi è successo qualcosa di simile...
Notte fonda. Buio. Ebrezza.
Una serata con gli amici incredibile. Calcio, alcool e quant'altro. Ero distrutto.
Con quelle poche forze che mi erano rimaste in corpo, riuscii (incredibilmente) a tornare a casa a piedi: sapevo di non poter guidare, quindi, da buon ubriaco che ero, decisi di lasciare l'auto lì dov'era parcheggiata e che il mattino dopo sarei tornato a prenderla.
Nel tornare a casa, credetti per un attimo che la strada fosse cambiata. Mah, doveva essere per colpa delle terribili condizioni in cui mi trovavo.
Finalmente arrivai sotto al portone.
Salii ed aprii la porta.
Una volta dentro, la prima cosa che feci fu togliermi la giacca: sentivo incredibilmente caldo, come se fosse estate.
Mi diressi in bagno per sciacquarmi la faccia, quando sentii un cigolio.
La porta, dannazione, qualcuno stava entrando in casa!
All'inizio cercai di fare silenzio assoluto, ma poi mi accorsi che i rumori dei passi erano sempre più forti e che quindi quel "qualcuno" si stava dirigendo proprio in bagno. L'unica cosa che mi passò allora in testa per potermi salvare fu quella di caricare la porta e quindi l'intruso.
E così feci.
Mi scaraventai su quella persona: era ancora buio, non riuscivo a vederne il volto. Cominciai a colpirlo, quando mi spinse via e accese la luce.
Quando mi vide, rimase sorpreso:
-John?! Si può sapere che cavolo ci fai qui?!-
E pensai "Chi è questo John? Magari un suo complice..."
Venni colto da un'irrefrenabile ira e urlai:
-Come osi rubare in casa mia?!-
Il rapinatore era ancora più sorpreso; mi disse:
-Casa tua? Che cavolo stai dicendo, John?! Che diavolo ci fai TU a casa mia!-
Ma io non potevo credergli, allora gli urlai:
-Chi diavolo è John?! Il mio nome è Mark, bastardo, e tu stai rubando nella MIA CASA!-
-John, dannazione, sei impazzito?!-
Ma io non potevo credergli.
Corsi in cucina e afferrai il primo coltello che mi passò sottomano.
Persi il controllo.
Poco dopo, quell'individuo era steso a terra in un mare di sangue.
Colto dalla curiosità, presi la sua carta d'identità che sporgeva dalla tasca.
Il suo nome era Mark Traevor.
Cavolo, esattamente come il mio.