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Avete mai avuto quel presentimento che qualcosa non andava? E non intendo solo durante il giorno, ma anche di notte. Intendo quell'improvviso terrore che ti costringe a restare sveglio. Buffo, è come se questo male notturno emanasse qualcosa che solo il tuo cervello dormiente può percepire. Ho avuto una di queste sensazioni, recentemente. Mi fece stare sveglio fino alle tre del mattino. Normalmente quando si ha questo presagio te ne stai sdraiato a letto fingendo di dormire, o se sei avventuroso fai un giro per la casa. Dopo aver fallito a notare qualsiasi cosa, inevitabilmente te ne torni a letto... Avrei dovuto farlo, stavolta.

Sarei dovuto restare addormentato.

Quella notte mi misi seduto. Per un lungo periodo rimasi lì a contemplare il buio della mia casa prima di rendermi conto di essere sveglio. Poi venne la paura, quel sentimento strangolante che ti restringe il petto e si insinua giù per la gola... Ero solo in casa mia con gli occhi sgranati e impaurito senza ragione. Non riuscivo a sentire i segni rivelatori di una spaccatura al piano di sotto, o i suoni fantasmagorici di un tubo che perde. Non avevo alcun motivo di essere impaurito, ma lo ero. Senza pensarci mi alzai e camminai verso la mia finestra. Non so perché lo feci. Aprì un pochino le tendine giusto per poter guardare giù sul mio giardino illuminato dalla luce della Luna.

Sarei dovuto restare addormentato.

Fuori, a saltellare rampante intorno al mio giardino, c'era un pagliaccio. Indossava un collare arruffato, pantaloni sformati e delle scarpette molli. Il suo volto dipinto di bianco aveva pure un grosso naso rosso di gomma addosso. Era senza alcun dubbio l'ultima cosa che volevo vedere alle 3 del mattino.

Ballava in completo silenzio, ad un passo di danza che solo un folle o un bambino potrebbe comprendere. Il suo atteggiamento giocoso era inquietante. Guardai in fascino orripilato mentre gironzolava per il giardino, e mentre facevo del mio meglio per ignorare il cuore nella mia gola. Il pagliaccio si muoveva di continuo, occasionalmente si fermava a giochellare con i miei attrezzi da giardinaggio o ad annusare i fiori germoglianti. Poi valzò oltre un giovane quercio che avevo recentemente piantato e sparì.

Battei le palpebre. Non era possibile. Il pagliaccio era andato dietro il sottile albero ma non era riapparso dall'altra parte. Sarebbe dovuto essere visibile durante il girotondo ma non lo era, non lo vedevo più. Era come se fosse entrato in un portale nascosto lateralmente dietro alla pianta.

Sarei dovuto restare addormentato.

Speravo che fosse stato tutto un sogno ad occhi aperti. Pretendere che non era successo niente era meglio della verità... Ma il clown tornò. Notte dopo notte lo osservai mentre danzava intorno al mio giardino e alla fine spariva sempre nello stesso punto. Una volta scomparve dietro la zappa da giardino, poi riapparve qualche secondo dopo da dietro il tagliaerba.

Stanotte lo vidi scavare un buco nel mezzo del cortile. Non l'ho mai visto fare una cosa simile prima, e il primo pensiero che mi balenò in testa era che il pagliaccio stesse scavando la mia tomba. La fossa si fece sempre più profonda man mano il clown scavava, alla fine la sua testa si poteva vedere dai bordi. Una volta che ebbe finito, il pagliaccio restò a fissare il buco, immobile. Poi all'improvviso girò la testa guardandosi in giro. Il cuore mi balzò nel petto. Stavo per allontanarmi dalle tendine quando vidi che il clown si abbassò a cogliere un fiore. Lo mise tra i denti e piantò la pala nel terrero prima di mimare il gesto di allungarsi le bretelle, come un contadino fiero del suo lavoro. A questo punto il mio cuore stava battendo all'impazzata, ma almeno ero contento che non mi aveva visto.

Come se mi avesse letto nel pensiero, il pagliaccio girò sui tacchi mi fissò. Non avrei mai immaginato di pregare di avere un attacco di cuore. Sputò il fiore e corse verso di me, con le scarpette goffe che rimbalzavano ad ogni passo. Si fermò ad un passo dal muro della mia casa e guardò su verso di me, mostrando un schifoso sorriso dai denti arancioni. Puntò il dito verso la fossa che aveva scavato con la stessa aria eccitata di un bimbo che mostra un suo disegno, e poi mi fece cenno di avvicinarsi. Congelato dal terrore, tutto quello che potevo fare di tutta risposta era scuotere freneticamente la testa.

Il sorriso del pagliaccio si spense e lui si grattò la testa con lo sguardo confuso. Poi tornò sul buco che aveva scavato e me lo indicò di nuovo. Avrei voluto dirgli di andarsene affanculo se potevo. Rimase lì a contemplarmi prima di fare un animato gesto ed espressione da "Aha!" e poi corse verso la zappa piantata e sparì. Guardai sul giardino con gli occhi sgranati, sperando che riappaia di nuovo come aveva fatto l'altra volta. Fu proprio allora che sentì il mio armadio aprirsi scricchiolando.

Sarei dovuto restare addormentato.

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