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Il drago è una delle creature che più affascinano l'uomo; il suo mito è presente in innumerevoli culture, dall'occidente all'oriente, pur con connotazioni e sfumature diverse. In ogni caso essi sono sempre stati descritti come creature simili a enormi serpenti, con grandi arti anteriori e posteriori, dotati di fauci enormi e artigli taglienti. Essi compaiono nelle leggende del passato, ma mentre per la cultura occidentale essi erano considerati l'incarnazione del male, portatori di distruzione e morte, in oriente erano visti come potenti creature sagge e benefiche. Le prime origini della mitica creatura si possono far risalire alla mitologia mesopotamica. Secondo la leggenda, dall'unione degli Spiriti primordiali Apsu e Tiamat nacquero gli dei, uno dei quali uccise il padre, Apsu. La rabbia di Tiamat (creatura descritta in modo molto simile ad un drago) generò dei mostri, incaricati di perseguitare gli dei. L'eroe Marduk lottò con Tiamat, facendolo sprofondare degli inferi. Anche gli Egizi avevano il loro drago, Apopi, che veniva sconfitto ogni notte dal Dio Ra, che scendeva negli inferi ogni giorno dopo il tramonto. Nella cultura egizia viene sottolineata la malvagità della creatura. Sono stati poi i Greci a introdurre il motivo del fuoco, con il titano Tifone, sconfitto da Zues in un duro combattimento. Vuole la leggenda che Tifone non sia morto, ma continui ad esalare fuoco e fiamme; questa sarebbe la genesi dell'Etna secondo la mitologia greca. Con la caduta dei greci e l'avvento dell'impero romano i draghi rimasero nell'immaginario collettivo del tempo come simbolo di virilità, di forza, di potenza. Nel Centro-Europa di loro si ritornerà a parlare nel medioevo. Ma in questo lasso di tempo essi non erano scomparsi, erano semplicemente emigrati a Nord, dove, secondo le cronache, avrebbero devastato la Scandinavia e la Russia, facendo nascere eroi come Beowulf.

A differenza dei draghi occidentali i draghi d'Oriente sono creature esistenti sin dalla notte dei tempi, pacifiche e amiche dell'uomo. Secondo tali tradizioni furono loro ad originare la vita, a governare la forza della natura, in attesa che l'uomo crescesse ed evolvesse.

A volte dotati di ali, a volte rossi o neri, i draghi nascono come animale mitico in Occidente durante il Medio Evo, presenti non solo nei tanti bastiari dai contenuti fantastici, ma anche nei trattati di scienze naturali del '500 e del '600. Essi erano simboli di lotta e di guerra, tanto che la loro immagine veniva spesso usata come araldo in battaglia come simbolo di forza. Ma non solo, sono innumerevoli i documenti antichi contenenti descrizioni dettagliate sull'aspetto e sulle loro abitudini. Secondo molti la loro estinzione sarebbe dovuta proprio ai cavalieri erranti, avventurieri e cacciatori che cercando di compiere gesta eroiche li avrebbero cercati e poi uccisi. Non solo, i loro resti (dalla pelle alle ossa) erano ritenuti oggetti magici, dotati di poteri sovrannaturali; ciò potrebbe spiegare il fatto che non sia stata mai trovata alcuna traccia. Non sono pochi coloro che sostengono la reale esistenza dei draghi, come lo scrittore Peter Dickinson, il naturalista svizzero Konrad Gesner.

Anche in Italia non mancano le testimonianze. Ad esempio, nel 1572 un medico bolognese, Ulisse Aldovrandi, descrisse in modo molto particolareggiato un draghetto ucciso nei dintorni di Bologna. Lo stesso medico descrive anche il ritrovamento del 1499 in Svizzera di un drago molto più lungo, e di un'altro ritrovamento, in Francia, di un drago alato, portato poi al cospetto del Re Francesco I. Un altro sarebbe stato sconfitto addirittura dalla Madonna a Terravecchia, in Calabria, e San Leucio incatenò il drago di Atessa (Chieti). San Gottardo, in Trentino, avrebbe sconfitto addirittura un basilisco, una specie di drago ma dai poteri differenti, come quello di pietrificare esseri viventi solo con lo sguardo.


San Giorgio e il Drago


Il più famoso uccisore di draghi è sicuramente San Giorgio, santo protettore dell'Inghilterra, immortalato anche dallo splendido dipinto di Paolo Uccello. Della sua vita si sa ben poco, originario della Palestina, fu ucciso durante le persecuzioni di Diocleziano intorno al 287 d.C. Nel XII secolo, importata dai Crociati, cominciò a circolare la leggenda secondo la quale San Giorgio, giunto a Silene (Libia), avrebbe ucciso un drago in procinto di divorare una principessa legata ad uno scoglio. Giorgio diventò l'uccisore di draghi per eccellenza, e fu adottato come patrono inglese da Edoardo III intorno al 1348.

Ci sono anche altre versioni, però, come quella narrata nel "Liber Notitiae Sanctorum Mediolanii". Essa racconta invece che San Giorgio avrebbe vissuto in Brianza. Un drago imperversava da Erba fino in Valassina, facendo strage tra le greggi. Quando ebbe divorato tutti gli animali, la gente di Cravenna cominciò a offrirgli come cibo i giovani del villaggio, di volta in volta estratti a sorte. Capito però che anche la principessa Cleodolinda di Morchiuso diventò una vittima, e fu legata presso una pianta di Sambuco. San Giorgio arrivò in suo soccorso e offrì dei dolci al drago per addolcirlo. Il drago seguì San Giorgio fino al villaggio, dove il Santo lo decapitò con un sol colpo. In ricordo di quell'evento, ancora oggi il 24 aprile, giorno di San Giorgio, in Brianza si preparano i "Pan meitt de San Giorg", dolci di farina gialla e bianca, latte, burro e fiori, essiccati di sambuco. Per questo il grande San Giorgio, patrono dell'Inghilterra, dei soldati, degli Scouts e di Ferrara, è anche protettore dei lattai lombardi, che usavano tenere un altarino in suo onore nel negozio.

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