Creepypasta Italia Wiki
Advertisement
Creepypasta Italia Wiki

Avevo solo undici anni. Quell’estate mio padre pianificava di portarmi a conoscere per la prima volta suo fratello, Raffaele. Avremmo passato a casa sua qualche giorno, per poi continuare le vacanze altrove.

Papà era praticamente scappato di casa quando era molto giovane, e per questo motivo non aveva più sentito suo fratello per anni. Entrambi si erano costruiti una vita, avevano trovato un lavoro, ed erano andati avanti. Alla fine però erano riusciti a ritrovarsi, precisamente grazie a internet.

Lo zio Raffaele abitava nella stessa casa in cui i miei nonni si erano stabiliti decenni prima. Non li avevo mai conosciuti.

In ogni caso, dopo il nostro improvviso e trafelato arrivo in automobile, passato un momento di sincero imbarazzo, il fratello di mio padre ci fece fare il giro delle stanze, per poi mostrarci la stanza degli ospiti dove avremmo dormito.

Ricordo distintamente il momento in cui scorsi per la prima volta l’armadio: era enorme, di legno massello, e ricoperto di graffi.

La casa era molto grande, e di conseguenza quando papà andava a prendere qualcosa dalla macchina io e il mio “nuovo” zio rimanevamo da soli per molto tempo.

Il giorno stesso in cui arrivammo guardavo a lungo l’armadio, pensieroso. Alla fine non resistetti alla curiosità, e chiesi:

“Posso sapere perché quel mobile è pieno di graffi?”.

Lo zio mi guardò per un attimo con un’aria che mi parse malinconica. Poi cominciò:

“Vedi, quando io ero giovane questa casa era la metà di adesso, e tutto intorno ad essa sorgevano solo campi. Certo, c’erano dimore di altre persone sparse in giro, ma le divideva una distanza piuttosto grande. Eravamo una sorta di villaggio, per farti capire.

Qualche volta i più grandi trovavano delle belve squartate. Erano soprattutto cani di piccola taglia, gatti, uccelli… A tutti dispiaceva molto. Un giorno, mentre ero solo in casa, trovai proprio in questa stanza quello che sembrava essere un grosso lupo. Appena mi vide, mi aggredì… Io mi chiusi nell’armadio. La belva allora cominciò a graffiare con i suoi artigli sul legno per molto, moltissimo tempo. Quando non udii più nulla uscii e presi il fucile di mio padre. Fu allora che quell’animale mi attaccò. Sai, è per questo che mi manca un dito. Stava per uccidermi, ma io gli sparai in tempo.

Al ritorno dei miei raccontai loro tutto, e insieme a tutto il villaggio decidemmo di far imbalsamare il lupo.”. Deglutii a fatica. Speravo che quel mostro che aveva quasi ucciso Raffaele fosse conservato in un luogo lontano, magari in qualche museo. A momenti non avevo il coraggio di chiedere dov’era in quel momento. Però, riacquisito un po’ di vigore, lo feci lo stesso.

Lo zio si voltò verso di me, pensieroso come lo ero io prima di udire il suo racconto.

“Beh… È nell’armadio. I miei genitori lo tenevano come un portafortuna, in pratica, mentre gli abitanti del villaggio lo vedevano come un trofeo.”.


Passarono i giorni. Ogni notte chiudevo occhio al massimo per qualche ora, perché sapevo che nell’armadio ai piedi del mio letto c’era quella orribile belva assassina. Ricordo benissimo i sudori freddi, i pianti silenziosi e l’angoscia che provavo… Per avere undici anni, ero molto pauroso.

Una sera, mentre mio padre si stava lavando i denti in un’altra stanza, pensai che in fondo forse lo zio aveva solo voluto giocarmi un brutto scherzo e prendermi in giro. Magari il racconto in sé era vero, ma il lupo non era davvero conservato in quella casa. Inoltre, avevo bisogno di qualcosa, di un gesto per esorcizzare le mie paure. Decisi di aprire l’armadio. Ero sempre più sicuro che dentro non ci fosse niente.

Arrivato davanti a quell’imponente reliquia del secolo scorso, sicuramente creata da qualche artigiano esperto, afferrai la maniglia. Il cuore mi saltò in gola, ma la mia presa rimase sufficientemente salda da aprire l’anta sinistra.

Il lupo c’era davvero, aveva una forma strana e puzzava terribilmente. Soffocai un grido, e mi scese una lacrima di puro terrore. Chiusi immediatamente il battente e andai a letto. Quella notte feci degli incubi orribili.

Per fortuna venne il momento in cui saremmo dovuti andare via. Mio padre si era trovato molto bene, e salutò molto affettuosamente suo fratello. Io invece non vedevo l’ora di abbandonare quella casa.

Dato che non avevo mai avuto il tempo di parlargliene sul serio, un po’ per paura e un po’ perché non volevo essere giudicato come un codardo da mio zio, appena in macchina raccontai a mio padre della faccenda dell’armadio. Sembrava stupito.

“Io quell’armadio non me lo ricordavo neppure. Deve essere successo tutto dopo la mia partenza da questo posto… Ad ogni modo, non preoccuparti. Sono sicuro che quella bestia adesso non possa più fare del male a nessuno.”.


Mesi dopo, mentre papà era al lavoro, accesi il televisore. Ero distratto, ma a un certo punto qualcosa destò la mia attenzione… Era per caso la stanza dell’armadio nella casa di zio Raffaele quella che stavano inquadrando? Com’era possibile? Alzai il volume.

“A quanto pare, il giallo è risolto. L’uomo ucciso otto mesi fa è finalmente stato ritrovato. Come potete vedere, questo armadio è molto capiente… Ebbene, conteneva un enorme lupo imbalsamato. Al suo interno è stata ritrovata parte dei resti dell’uomo, il cui assassino risulta essere, dagli esami, Raffaele Terossi, il proprietario della casa.”.


Narrazioni[]

Il_lupo_-_Creepypasta_ITA

Il lupo - Creepypasta ITA

Narrazione di SleepWell

Il_Lupo_-_Creepypasta_ITA

Il Lupo - Creepypasta ITA

Narrazione di Orobic


Il_Lupo_(Creepypasta_-42)_(The_Horror_Land)

Il Lupo (Creepypasta -42) (The Horror Land)

Narrazione di MISTER S.U



Scritta da Dr. Woland

Il contenuto è disponibile sotto licenza CC BY-NC

Advertisement