Il Gatto Mammone è una creatura magica della tradizione popolare, con le caratteristiche di un enorme gatto dall'aspetto terrificante. Il suo nome deriva dall'incontro del termine gatto (animale nel Medioevo associato al diavolo) con quello di Mammona, parola dall'incerta etimologia che in lingua aramaica è attributo del demonio. Tale Gatto sarebbe stato infatti dedito a spaventare le mandrie al pascolo e avrebbe avuto movenze ed espressioni demoniache. Il suo verso è una via di mezzo tra il ruggito e un inquietante miagolio, ciò nonostante è tanto furtivo da assalire persone ignare e sbranarle senza lasciare neppure le ossa. Viene generalmente descritto come un gatto completamente nero, ma a volte è caratterizzato dalla presenza di una “emme” bianca sul muso.Si tratta di un gatto gigantesco, ed amava anche nutrirsi delle ragazze vergini e dei bambini. A tal proposito, le madri, molto tempo fa, per spaventare i figli cantavano loro la seguente filastrocca:
“Ninna nanna, ninna oh,
questo bimbo a chi lo do?
Lo darò al gatto mammone
che lo mangia in un boccone.”
Talvolta il Gatto Mammone veniva assocciato allo Yule Cat .
Leggenda[]
Nel 1968 venne comunicata ai giornali la fuggevole comparsa , in quel di Cesio maggiore (Belluno) del Gatto Mammone, che si limitò a spaventare un gruppo di mucche al pascolo. Ma la più parte dei naturalisti è incline a ritenerlo una pura fantasia. Dobbiamo dunque pensare che la signora Serafina Dal Pont sia rimasta vittima di un'allucinazione? Anche se più che novantenne , è stata rintracciata nella fattoria di Faverga che da secoli appartiene alla famiglia. La donna era quasi completamente sorda; tuttavia ha ribadito con fermezza, quasi con rabbia, la verità dell'incidente, che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze.
A sentir lei, Santa Rita sarebbe comparsa sotto forma di un grossissimo topo il quale distrasse l'attenzione del mostro che si mise a inseguirlo attraverso la campagna, sottraendosi ben presto alla vista.
Filastrocche[]
Il Gatto Mammone ha ispirato molto la letteratura italiana, al punto che ci sono diverse filastrocche su di lui. Oltre quella citata sopra, usata dalle madri per spaventare i figli, ve ne sono altre, qui riportate:
gatto mammone
fa paura alle donne fa
tremar le gonne gatto mammone
sornione bamboccione
ex vitellone gatto mammone
corteggia le donnone
per un boccone
Questa prima poesia veniva usata per spaventare le giovani ragazze vergini, oppure per screditare la prostituzione, dicendo che il gatto, in forma demoniaca corteggia le donnone per poi divorarle.
Vi è anche un detto popolare in Veneto, che riguarda la creatura:
mannaggia Mamon!
diavolaccio d'un capron
tié! maledizion!
Questo detto viene usato per "maledire" le persone che creano danni ed infastidiscono le altre persone, ma funziona solo se detto in faccia a queste persone. L'ultima filastrocca nota è la seguente:
Gatto Mammone sta fuor dalla finestra ci guarda mangiare il riso e la minestra ci guarda cucinare e poi lavare i piatti sembra interessato a tutti i nostri fatti. Se ci sono ospiti oppure c’è una festa Gatto Mammone ci segue con la testa, non c’è neanche un passo, gesto o spostamento che possa sfuggirgli, perché sta sempre attento. A volte si annoia, sbadiglia e si addormenta ma solo quando in casa ogni luce è spenta, però anche in quel caso basta un rumorino che subito si sveglia e viene più vicino. Sta fisso alla finestra quel gatto assai curioso se fuori fa freddo appiccica il suo naso sul vetro che così diventa un po’ appannato allora lui si sposta, e trattiene il fiato. Può sembrare strano un gatto spettatore che seduto ci studia immobile per ore: chiacchiere carezze abbracci e litigate tutto quel che accade nelle nostre giornate lui non si perde nulla, trova tutto interessante non si distrae mai, neanche un istante forse per non perdersi il filo conduttore di questa recita in cui ognuno è attore. Forse ho capito, per Gatto Mammone in fondo noi siamo come la televisione e se in questa casa ci sta tutto il suo mondo a volte, chissà, sogna un telecomando. |