Era una delle tante volte che io e i miei genitori andavamo per il weekend da mio nonno in campagna, fuori città. Nel suo piccolo paesino la giornata finisce quando cala il sole, menomale che c'è la TV.
La seconda sera ero da solo in soggiorno e iniziai a seguire un programma locale. Parlava di leggende del paese. Questa roba mi è sempre interessata.
Si parlava di un tizio vissuto circa 50 anni prima nelle campagne circostanti, il suo nome sembra che fosse Edward ma nessuno lo sapeva con certezza. Quest'uomo, si racconta, perse la moglie per una grave malattia, aveva sperperato tutti i suoi soldi in medicine, e dopo la morte della moglie rimase solo con la figlia piccola. Dopo poco tempo la malattia colpì anche sua figlia, e in seguito anche Ed, così lo chiamavano, iniziò a sentire dei sintomi. Tutti i medici si rifiutarono di aiutare Ed e la figlia, perchè lui non aveva denaro, speso in farmaci per la defunta moglie. Purtroppo la malattia aggravò le condizioni della piccola, che morì dopo pochi giorni. Ed, era disperato, non aveva più nulla, gli spettava solo la morte. In preda al delirio, scoprì che la malattia aveva iniziato a infettare il suo braccio destro. Si racconta che andò nel suo fienile e con una forbice grande per il grano, si tagliò il braccio infetto. Il sangue che grondava non gli provocava dolore, si dice, ma solo un senso di vendetta.
Il giorno seguente in città scoppiò un putiferio. Il figlio di un medico fu trovato in un campo vicino casa, smembrato, appeso ad un palo come uno spaventapasseri, con gli occhi cuciti. Il colpevole non fu mai trovato.
Il programma si concluse, ero un po' scosso dalla vicenda. Andai in camera e mi misi a letto. Dopo una mezzora ero in dormiveglia, e sentii dei rumori provenire da fuori casa. Pensavo fosse il vicino di mio nonno che combinava qualcosa nel suo fienile, ma i rumori continuarono, mi alzai e non vidi nulla. Era tutto buio. Sul campo c'era solo lo spaventapasseri e gli oggetti da raccolto pronti per il giorno dopo, il fienile di fronte era muto. Tornai a dormire.
Uno strano rumore come lame che si affilano mi fece risvegliare, ma questa volta ero sicuro che provenisse da fuori. Guardai di nuovo il campo, vuoto, gli attrezzi erano scomparsi, restava solo lui, quel maledetto spaventapasseri.
Da una parte reggeva una lampada antica e sporca. Quella poca luce che emetteva mi fece scorgere una cosa che non dimenticherò mai.
I bottoni degli occhi, erano neri come la pece, grondavano sangue sul cappucio dello spaventapasseri. Scappai dentro e chiusi la finestra.
È quasi mattina.
Le urla riempiono la campagna.
Il figlio del nostro vicino viene trovato impiccato nel fienile.
I suoi occhi sono stati cuciti.
È stato lui.