Creepypasta Italia Wiki
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(Storia originale di Vincent Cava & Sam Christenson: https://www.youtube.com/watch?v=4g7zCCs8YQA)

Era da settimane che la osservava. Spesso sorseggiando un caffellatte guardandola dalla vetrina del bar davanti al parco giochi.

Non era la prima bambina che spiava da quando si era piazzato in questa città, ma si stava dimostrando la più sicura. La più.... vulnerabile.

Erano quelli gli aspetti che ricercava nelle sue vittime.

Aveva svolto una ricerca su di lei e aveva tutti i requisiti necessari. Nome: Maria Hernandez. Etnia: generica, dimenticabile. Età: sette. Occhi: marroni. Pelle: scura. Capelli: neri. Fosse scomparsa, non avrebbe attratto tanta attenzione mediatica quanto l'avrebbe fatto la piccola bimba dai capelli rossi degli O'Malley, o la candida principessa vincitrice di concorsi dagli occhi blu che viveva nei sobborghi.

I suoi genitori erano divorziati, e da quello che rivenne, il padre era pressapoco assente anche se viveva nella stessa città. La madre lavorava fino alle otto e a malapena riusciva a guadagnare lo stretto indispensabile. Dalla fine della scuola all'ora di cena, Maria era in tutela della sorella adolescente, che da quanto osservava, dava più attenzione al telefonino che aveva in mano mentre accompagnava la sorellina al parco, che alla bambina stessa.

Era fin troppo facile... Casomai altri, più incompetenti, avrebbero guastato tutto, quelli che erano troppo eccitati, o troppo pigri e tonti, ma per uno come lui, sarebbe stato facile come rubare la caramella a un bebè.

Quel giorno, la sorella maggiore di Maria si era incontrata con degli amici, ma questo non fece altro che incoraggiarlo: quei bambini più vecchi erano troppo preoccupati alle loro sciocchezze adolescenziali per poterlo notare, mentre usciva dal bar e si avvicinava alla bimba che giocava da sola sull'altalena. Non ci volle molto per convincerla a farsi prendere la mano, con un sorriso gentile e una voce allegra con qualche parola in spagnolo.

"Hola, Maria! Mi chiamo Tony, sono amico di tua madre. Mi ha chiesto di accompagnarti a casa."

Stavano già imboccando in velocità l'autostrada prima che sua sorella si fosse accorta che era sparita. Quanto tempo aveva prima che la sua scomparsa venisse segnalata? Un paio d'ore, pensò: la sorella avrebbe molto probabilmente perso tempo a cercarla setacciando tutto il parco prima di mostrare la propria faccia alla madre e dirle cos'è successo, o addirittura non chiamarla affatto finché non rincasava. Il padre avrebbe fatto guadagnare ancora più tempo perché sarebbe stato il primo sospettato, magari ci sarebbero voluti giorni prima che lo rintracciassero, i padri inutili sanno essere molto schivi quando si tratta di evitare la polizia. Specialmente quando evitano di pagare il mantenimento dei figli da anni.

Il Sole stava tramontando quando erano arrivati ai pressi del suo rimorchio, che era parcheggiato in un lotto privato dinanzi a un mini-market e a un parrucchiere, pagando il parcheggio e le compre mettendole in conto a un'identità falsa. Il rimorchio non era uno schifo di latta tenuto su da nastro isolante e corde, era spazioso, moderno, in buone condizioni e perfettamente capace di andarsene subito non appena c'era bisogno. Il tipo di roulotte che le famiglie benestanti prendevano in affitto per farsi lunghi viaggi in vacanza attraverso lo Stato. Solo una volta ha dovuto agganciare la macchina ad esso e sgommare a tutta furia, ma anche allora era sempre grazie alla sua natura molto cauta che se la svignava.

Molto tempo prima, in una città dall'altra parte dello Stato, fece l'errore di piazzarsi in un'area piena di curiosi del cavolo. Dovette andarsene da lì presto, anche se stava in crisi d'astinenza. Fu abbastanza per insegnargli di stare molto attento. Qui però nessuno gli avrebbe fatto domande, ai passeggiatori e le fecce notturne che vagavano per quella zona non gliene importava di chi fossi o che cosa facevi nel loro vicinato, purché badi agli affari tuoi.

Diavolo, quand'è stata l'ultima volta che si era preso la sua dose? Era una meticolosa deliberazione che gli era necessaria per rimanere in controllo, ma porca paletta se gli rodevano quando era fissato sull'arraffare quello che desiderava. Non voleva andare in prigione, però, sarebbe stata una condanna a morte per quelli come lui, sapeva che se si arrendeva troppo spesso alle sue voglie, eventualmente avrebbe fatto un passo falso e mandato tutto all'aria. Era molto più sicuro mantenere il controllo e viaggiare da città a città lasciandosi indietro meno tracce possibili, anche se significava avere intervalli che duravano anni, tra le bambine.

Ma ormai i suoi periodi di magra erano fin troppo lunghi e insopportabili, ed era molto più facile venire scoperti oggigiorno rispetto ai bei vecchi tempi. Ma più aspettava, e più gli era difficile pensare chiaramente. Dall'esterno, dimostrava un comportamento calmo e piacevole, ma all'interno aveva come l'impressione di bruciare furiosamente all'insaziabile bisogno di agire secondo quelle voglie. Era molto più vicino del solito a fare un passo falso per via dei suoi istinti indomabili, avesse aspettato di più il suo animo si sarebbe incendiato completamente e il desiderio l'avrebbe consumato. Difatti, l'altro giorno era un miracolo che fosse riuscito a resistere alla voglia di acchiappare una bambina che vide sul parcheggio dinanzi al campo di papaveri, mentre la madre era dentro a prendere un caffè.

Nulla di ciò importava troppo, ormai... Maria era in suo possesso, stava seduta sul suo divano all'interno del suo rimorchio e ben presto il suo grandissimo bisogno sarebbe stato appagato. Finalmente avrebbe assaporato il rilascio che non vedeva l'ora di sgonfiarsi dopo tutto questo tempo. Era una creaturina così carina... intrappolata nella sicurezza del suo santuario mobile... Assaporava il fatto di poterla fissare senza dover preoccuparsi di ricevere occhiate dagli adulti, che non erano presenti. Ma sapeva che non poteva permettersi di guardarla troppo a lungo. Doveva darsi da fare.


"D-Dammi un secondo, Maria..." disse con un tono calmo e apatico "... Devo prendere una cosa, ma presto la mamma verrà, nel frattempo... Perché non dai un'occhiata a che c'è in TV?"


La televisione era connessa a un'enorme antenna satellitare sul tetto del rimorchio, e trasmetteva molti più canali di quanto fosse necessario. Accese la TV e si mise a cambiare i canali a casaccio mentre la bambina fissava solennemente e quieta lo schermo. Per un attimo si preoccupò che la bambina avesse avvertito il pericolo, quando improvvisamente, una faccia molto famigliare comparve in TV sorprendendolo. Per un attimo, credeva di aver visto un fantasma, di una persona a cui non ha pensato da quando aveva l'età di Maria. Non era possibile... E se fosse il frutto della sua mente ansiosa che fotteva con i suoi nervi?


Andò indietro per un paio di canali e si fermò quando trovò quello che gli era sembrato di vedere. Non era né un fantasma, né un'allucinazione: si trattava di un vecchio programma televisivo che guardava quando era piccolo ogni giorno dopo la scuola, si chiamava Il Vicinato di Billy Smiley. Difatti stava fissando la star dello show, l'unico e solo Billy Smiley, per la prima volta dopo circa quarant'anni o giù di lì. Un'ondata di ricordi gli passò davanti mentre guardava il vecchietto calvo che indossava un maglione a bottoni di lana gialla e degli occhiali da vista con montatura in corno che canticchiava suonando la chitarra in mezzo a un pubblico composto da una dozzina di burattini pelosi color viola.

Quel programma era l'unico momento di dolcezza della sua sciagurata infanzia, la sua fuga dall'abuso che riceveva a scuola e a casa, il vecchio Billy era un amorevole cerotto a tutte quelle ferite inflittegli dalla madre drogata e dal padre abusivo. Adesso Billy e i suoi allegri amici del vicinato erano tornati! Non poteva chiedere di meglio per riuscire a mantenere il controllo e rilassarsi durante questo momento di tensione.

"Hai mai visto questo programma?" chiese a Maria sorridendo. La bimba scosse la testa. Ma certo che non l'aveva mai sentito nominare. Dev'essere stato cancellato nei primi anni '80 e non era popolare come gli altri programmi televisivi per bambini che venivano trasmessi all'epoca, era già sorprendente vederlo di nuovo in onda. Gettò il telecomando sul tavolino e si piazzò contro il muro vicino alla poltrona.

"Beh... Guardalo un po'. Vado un attimino a prendere una cosa veloce e poi andiamo dalla mamma, ok?"

Andò nello sgabuzzino del rimorchio dove teneva i suoi 'giocattoli' speciali, poteva ancora sentire le voci di Billy e dei burattini che trillavano dalle casse della televisione mentre trafugava tra gli oggetti che teneva nascosti in una scatola celata in un compartimento segreto. Le sue dita stavano tremando. Stava iniziando a sudare e sapeva che i suoi nervi erano a pezzi, ma fra pochissimo sarebbe stato libero da questo supplizio. Almeno finché quella bambina avrebbe mantenuto la calma. Tutto quello che doveva fare era mantenerla rilassata e calma ancora per un pochino. Diede un'occhiata veloce per controllare che Maria stesse ancora seduta al suo posto sulla poltrona, e infatti non si era mossa. Sospirò... Non se ne sarebbe andata da nessuna parte...

Billy e i suoi burattini avevano come una specie di controllo ipnotico sulla bambina, e rimase affascinato dal fatto che uno show infantile, anche uno vecchio, fosse capace di mantenere l'attenzione di un bambino così tanto.

"Ora, ricordate bambini, anche se la persona vi sta simpatica..." disse il gentile vecchio pelato in TV "... non dovreste mai entrare in macchina con loro a meno che non la conosciate già!"

Un pupazzo, dagli occhi neri luccicanti e il grosso naso blu, saltellò in centro allo schermo e agitò la zampa: "Mister Smiley! Mister Smiley! E se Groupie avesse fame e la persona ha dei dolci da offrire??"

"No, neppure lì!" disse Billy scuotendo il dito indice "Spesso le persone cattive fanno finta di essere gentili in modo da avvicinarsi a te! Se uno sconosciuto offre dei dolci e dice di entrare nella loro macchina, dovete trovare un adulto che conoscete e di cui vi fidate, come una maestra, un vicino di casa o un poliziotto, come l'agente Oinker, e dire a loro che cos'è successo!"

I burattini annuirono insieme concordando.


"Heh, ma che coincidenza..." ridacchiò tra sé e sé. Di tutti gli episodi de Il Vicinato di Billy Smiley che potevano trasmettere, doveva proprio incappare in quello che insegnava sugli estranei pericolosi. Cavolo, e se Maria se ne fosse accorta? No, sembrava che le parole di Billy le entravano da un orecchio e uscivano dall'altro. Ma ormai non importava più. Era alla sua mercé, tutte le porte del rimorchio erano chiuse a chiave e lui era l'unico che le poteva aprire. Avvertì come una scossa elettrica attraverso la spina dorsale quando le sue mani finalmente trovarono quello che cercava: un martello. Agguantò il manico in maniera deliberatamente lenta,  e cominciò a tornare dalla bambina seduta sul divano. Nel frattempo in TV Billy Smiley stava ancora educando i burattini riguardo i pericoli di accettare passaggi in macchina da degli sconosciuti.

"Verrà il tempo in cui un'estraneo potrebbe riuscire a convincervi di entrare nella sua macchina..." continuò il vecchio pelato con la sua voce amichevole "... E se dovesse succedervi, potrebbe portarvi via in un posto così lontano da casa vostra, che non saprete come tornare indietro!"

Maria sembrava ipnotizzata dal programma, non sembrava che si fosse accorta di niente. Meglio così. Stava stringendo il manico del martello così fortemente che le vene del braccio gli pulsavano. Il fuoco nel suo animo si era tramutato in un inferno furioso, ma ben presto avrebbe avuto la capacità di spegnerlo. Con delle fortissime martellate avrebbe fatto estinguere le fiamme, riducendole a braci soffocate. Eventualmente sarebbero risorte come la fenice rinata, ma almeno per un po' di tempo... si sarebbe goduto la pace. Il vecchio alla TV serrò gli occhi direttamente verso la camera.

"Ora, se hai paura, ascoltami bene, Maria..."

La sua bocca si spalancò. Per un attimo perse di mano il martello quando sentì quella frase. Ma... Ma era impazzito, o Billy Smiley si era rivolto direttamente a Maria?! I nervi del collo si strinsero. No, doveva esserci un burattino nello show con lo stesso nome, o magari era un'allucinazione stavolta, i suoi nervi stavano veramente dando i numeri, la sua astinenza lo stava facendo letteralmente impazzire, le fiamme dentro di lui dovevano bruciargli il cervello mandando in tilt la sua percezione della realtà! Deve... Tirare una martellata, maledizione! Tira la martellata! Tira la martellata e falla finita! Il fuoco se ne andrà via e tutto avrà di nuovo senso!

Prese un respiro profondo per riacquistare il controllo... Diede un'occhiata alla bambina... Sembrava completamente tranquilla, non aveva notato niente di strano, Maria stava fissando intensamente la TV nello stesso modo che fanno tutti i bambini concentrati sul loro programma televisivo preferito... Quindi lo sguardo tornò su Billy.


"Se sei bloccata con uno sconosciuto, e vuoi tornare a casa, basta che chiudi gli occhi... Così!"

Smiley portò le mani sugli occhi per dimostrarlo.

"Tienili ben chiusi, adesso! Non sbirciare! E non aprirli di nuovo, neanche durante tutto quello che sentirai, tienili chiusi finché non ti sentirai di nuovo al sicuro!"

Anche i burattini si coprirono gli occhi con le loro zampe come fece Billy. Ma che razza di consiglio era? Non c'era da sorprendersi se quel programma fu cancellato, se dava lezioni così pessime ai bambini. Chiunque stesse ritrasmettendo il programma, deve non aver revisionato tutti gli episodi, o qualcosa del genere. Rigettò lo sguardo su Maria, e notò che stava tenendo gli occhi coperti con le mani come le aveva detto Billy. Quindi... aveva paura! Tuttavia lo calmò, vedere una reazione normale lo riportò alla realtà e gli fece fieramente ricordare che era lui al potere.

"Oh, cielo..." disse improvvisamente il vecchietto scoprendo gli occhi e alzandosi di fretta dalla sua sedia. La camera lo seguì, mentre si faceva cautamente strada fra i burattini per andare a guardare la finestra.

"... a quanto sembra c'è un visitatore qui al vicinato!" La camera si staccò sulla visuale al di fuori della finestra. E quello che inquadrò lo fece quasi cadere in ginocchio.


Qualche volta nel programma Billy riceveva degli ospiti speciali che venivano a fare visita apparendo sul giardino anteriore della sua casa, era sempre tutto soleggiato e felice nel vicinato, delle belle case colorate di pastello stavano allineate lungo il vicolo cieco del quartiere, con cespugli e giardini tagliati a perfezione e delle candide staccionate bianche che separavano le case e le cassette postali, un ambiente Americano idealistico in cui spesso sognava di abitare, in cui i suoi compagni di classe non lo prendevano in giro e suo padre non lo maltrattava dopo aver bevuto troppo whisky... Ma c'era qualcosa di diverso nel vicinato, adesso. Una cosa spaventosa. Una cosa terribile. Una visuale che gli fece venire il cuore in gola.


Di fronte alla casa di Billy... c'era un rimorchio. Dall'aspetto fin troppo moderno per essere degli anni '80, peggio ancora, era un rimorchio che seppe riconoscere subito. Come poteva sbagliarsi? Era esattamente lo stesso rimorchio in cui si trovava con Maria, che intanto stava ancora ferma con gli occhi chiusi e coperti dalle sue mani. Lo sguardo saettò di nuovo sul rimorchio che si vedeva in TV, era forse di qualcun altro? No, non poteva essere che il suo, ma come era possibile che lo vedesse sullo schermo allo stesso momento?! Era forse uno scherzo? Una nuova edizione malata di To Catch A Predator? Guardò scombussolato mentre il vecchio batté il dito ossuto contro il vetro della finestra.


"Andiamo fuori a dargli il benvenuto, dai!"


Non poteva essere un nuovo show, era sicuro al 100% che l'uomo in televisione non fosse un impostore: era il vero Billy Smiley, ne era certo! Ma com'era possibile che abbia lo stesso identico aspetto di quasi quarant'anni prima?

Corse freneticamente al finestrino, sperando di vedere l'oscurata strada notturna in cui c'erano i teppisti, gli spacciatori, QUALSIASI cosa che potesse riportarlo alla realtà, un senzatetto, un cane randagio, una macchina abbandonata, un lampione spento, il negozio vuoto, un bidone dell'immondizia in fiamme, qualunque cosa!


Sbirciò attraverso le persiane... e fu abbagliato dalla luce del giorno.


I giardini verdi, le immacolate case colorate al pastello e le casette postali lucide, le staccionate bianche perfettamente allineate... Fosse stato ancora un bambino, questa visuale lo avrebbe confortato, ma adesso avvertiva solo il terrore più puro percorrergli il corpo. Non aveva la più pallida idea di come fosse possibile, ma non c'erano dubbi: in qualche modo... era parcheggiato nel vicinato di Billy Smiley!

La porta principale di una delle case si aprì, e non credette ai suoi occhi quando ne vide uscire fuori l'uomo che adorava guardare quando era un bambino, e vederlo incamminarsi lungo il marciapiede verso il rimorchio.


Mollò le persiane e barcollò indietro collassando sulla poltrona, in TV la camera era ancora fissata sull'inquadratura della finestra della casa di Billy, si vedeva chiaramente il vecchio che camminava avvicinandosi al rimorchio. Maria stava ancora seduta al suo fianco con gli occhi coperti.

"Ne... Ne sai qualcosa?!?" le chiese. Non rispose. Maria poteva anche essere una statua, a questo punto.

E se fosse stata lei la causa di tutto questo? Magari se le avesse spaccato il cranio tutta questa stregoneria finirebbe di punto in bianco, a meno che non fosse veramente opera sua. Forse era davvero il programma. O un fantasma, o una specie di fenomeno extradimensionale che non gli riusciva comprendere... ma smise di pensarci: in quel momento, aveva il martello, e poteva fare una sola cosa con esso per tentare una via di salvezza. Si rialzò dinanzi alla bambina e lo sollevò, intenzionato a colpirla alla tempia. Se questo non avesse interrotto questo incubo, almeno avrebbe potuto calmare le fiamme che lo stavano ancora rodendo, nonostante gli eventi innaturali che lo circondavano. Magari dopo averlo fatto avrebbe potuto pensare più chiaramente e ideare una via di fuga.


TOC TOC TOC...


Quell'improvviso bussare alla porta del suo rimorchio lo fece ghiacciare immobile. Gli occhi si spostarono sulla TV, dove vide Billy davanti alla porta. L'alto e calvo signore anziano dondolava coi piedi tranquillamente durante l'attesa, con le mani in tasca, fischiettando. Era pietrificato, il martello era ancora sollevato sopra la sua testa, con la paura di respirare... forse se stava immobile e non faceva rumore Billy l'avrebbe lasciato in pace e se ne sarebbe andato via, forse l'avrebbe ingannato facendogli credere che non c'era nessuno in casa, bastava solo che non rispondesse. Purtroppo, le sue preghiere non furono soddisfatte quando sentì una candida vocetta provenire dalla porta del rimorchio alle sue spalle:


"Come va, vicino? Vorrei darti il benvenuto al vicinato!"


Si fuse il cervello tentando di trovare il modo di rispondere. Proprio per questo era un tipo cauto che pianificava profondamente, perché odiava l'improvvisazione sul momento. Come poteva pianificare qualcosa?


"Va' via, sono... sono ammalato!" abbassò la testa e si coprì il viso con le mani tremanti. Ma sul serio? Era quella la miglior risposta che potesse dare?!


"Oh, cielo, no..." disse la voce dal retro "Allora perché non esci fuori, ti chiamerò un dottore! Non vorrei che tu soffra!"


Gli venne un'altra idea: poteva provare a spaccare la testa di Smiley a martellate come stava per fare con Maria. Non dovrebbe essere difficile, apri la porta, colpisci forte la sua testa calva col martello prima ancora che se ne accorga! Aprì la bocca per rispondere, ma tutto quello che ne uscì fuori fu un gridolino acuto alla vista di quello che apparve in TV: i burattini fecero la loro saltellante entrata in scena arrivando di fronte al rimorchio, mettendosi a scalpitare le mura con le loro zampette. Guardando con più attenzione, si accorse che sembravano più grossi, la loro grandezza era raddoppiata e si muovevano come un branco di feroci animali selvatici!


Tornò al finestrino e sbirciò attraverso le persiane... i burattini adesso avevano anche le facce cambiate, gli occhi neri luccicanti erano spalancati e demoniaci, e le semplici espressioni carine erano rimpiazzate da orrende smorfie furiose, i loro nasi dondolavano sui loro musi come orridi tumori gonfi e i denti... una di quelle bestiacce schizzò contro il finestrino e gli scattò le fauci addosso come un piranha, notò che i denti sembravano un'enorme moltitudine di aghi affilati, lunghi quasi quanto il suo dito medio.


Cadde finendo col sedere a terra, sollevando lo sguardo vide che i pupazzi mostruosi battevano le zampe contro il vetro così forte che avrebbe presto ceduto. Per un attimo credette che anche la sua mente stesse per cedere, ma prima ancora di poter registrare la follia che gli si scatenava attorno, sentì di nuovo la voce di Smiley, e i burattini si inclinarono via scomparendo dalla visuale.


"Vicino, perché non vieni fuori se sei ammalato? Non vorrei che passassi l'influenza all'altra persona che sta dentro questa bella roulotte!"


Ovvio che sapeva di Maria. Era per lei che tutto questo inferno stava accadendo. Per caso Smiley era al corrente di tutte le altre bambine? Era tutto una specie di resa dei conti? Ma non era colpa sua, il bruciore interno... Quelle bambine lo aiutavano a curarsi, era l'unico modo di zittire le urla di sua madre che lo rimproveravano, l'unico modo per soffocare i ricordi di quello che gli faceva suo padre, un modo per sentirsi al comando... Per caso Smiley sapeva anche quello? Se è così, perché non era intervento allora?!? Maria stava ancora immobile al suo posto e in quel momento ebbe l'improvviso bisogno di spaccarle la faccia a martellate. Se doveva morire, almeno se ne sarebbe andato dopo aver preso quello che voleva.


No... No, c'erano ben altri problemi al momento, doveva trovare il modo di fuggire dal vicinato, non c'era verso che uscisse fuori, quelle cose lo avrebbero inseguito non appena avesse messo piede fuori, e non voleva neanche immaginare che cosa gli avrebbero fatto se l'avessero raggiunto. Se solo ci fosse un modo per superarli... Ma certo! Era in un rimorchio, perché non metterlo in moto e andarsene subito? Come aveva fatto a non pensarci prima? I suoi nervi erano davvero a pezzi e la sua mente era talmente in tilt da tutto il fuoco che lo consumava da dentro che non si era accorto dell'ovvia scappatoia! Potrebbe anche investire quelle bestiacce e ridurle in poltiglia sgommando! Anche Billy, se si azzardava a bloccargli la strada...


All'improvviso però tutto il rimorchio sembrò abbassarsi bruscamente da un lato, ebbe il tempo di vedere in TV che i burattini mostruosi stavano azzannando le ruote della macchina, poi saltellarono dall'altra parte della carovana e attaccarono le ruote rimanenti, in pochi secondi sentì due forti scoppi, e anche l'altro lato si abbassò.


"Sembra che tu abbia qualche problemino con la macchina, vicino! Vieni fuori, i miei amici sarebbero lieti di aiutarti a cambiare le gomme!"


Disse Smiley da fuori. Le creature emisero degli strilli acuti simili ai versi di uccelli che venivano uccisi. Stavano... ridendo?! Lo prendevano in giro? Smiley, i burattini, perfino Maria che stava ancora seduta supina nella posa della scimmia che non vede alcun male, si trattava forse di un gioco?


"VI PREGO!" urlò "ANDATEVENE VIA!" corse alla porta del rimorchio "Non uscirò mai, adesso porta via quelle COSE che hai con te e lasciami stare!"


Gli strilli si placarono.

Per un attimo, c'era silenzio.


Tremando, porse l'orecchio contro la porta, sperando che Smiley e le creature l'avessero ascoltato.


"Se ti rifiuti a uscire..." disse improvvisamente quella voce gentile con un sussurro agghiacciante

"... allora veniamo dentro noi."


Un potentissimo fragore contro la porta lo scosse indietro, facendolo cadere. Un secondo dopo, ci fu un altro potentissimo colpo, e poi un altro ancora.


"CREDEVI DAVVERO CHE DELLE SERRATURE POTESSERO FERMARCI?"

La voce di Smiley non era più pacata, era orribilmente autoritario e furioso come un tuono, era così forte che per poco credette che gli fossero scoppiati i timpani. Qualcos'altro urtò potentemente contro la finestra, attraverso le persiane notò che il vetro era incrinato. Un altro schianto alla porta, stavolta vide che stava iniziando a cedere, tutto il rimorchio stava dondolando scosso dai colpi.


"ERAVAMO CORDIALI CON TE, VICINO, PERCHÉ CHIEDERE IL PERMESSO È LA COSA GENTILE DA FARE! MA NON FARTI ILLUSIONI, NOI NON AVREMMO MAI ACCETTATO 'NO' COME RISPOSTA."


Un altro potentissimo colpo per poco distrusse la porta, e due finestrini si ruppero, i frammenti di vetro caddero sul pavimento, l'unica cosa che tenevano a bada quelle bestie erano le fragili persiane di legno, che stavano per cedere in ogni momento.


"SEI STATO UN BAMBINO CATTIVO, NON È COSÌ?" questa volta la voce di Billy sembrò scuotere tutto il mondo "SEI STATO UN BAMBINO MOLTO CATTIVO, E I BAMBINI CATTIVI MERITANO UNA PUNIZIONE!"


Altre finestre scoppiarono frantumandosi, pezzi di vetro e persiane spaccate ricoprirono il pavimento e riusciva a intravedere le grottesche smorfie dei mostriciattoli che lo fissavano. Adesso non c'era via di fuga, osservò inorridito le bestiacce che si arrampicavano dentro e sul soffitto e mura come dei ragni, mentre un colpo finale finalmente fece scoppiare la porta ripiegandola mentre si staccava dai perni. Billy Smiley apparve sulla soglia. Non c'era più niente di amichevole del suo sorriso, anzi, sembrava contorto come il ramo di un vecchio salice, deformava il suo aspetto in qualcosa di più sinistro e deviante. I burattini saltellavano sempre più vicini, ormai erano entrati tutti dentro, ma in quel momento posò di nuovo lo sguardo su Maria.


Forse poteva tentare di prenderla in ostaggio, magari se l'afferrava poteva negoziare una fuga e riacquistare un po' di quel controllo che Billy e i suoi pupazzi gli avevano rubato. Scattò di corsa verso di lei, ma due burattini furono più veloci e lo bloccarono prima ancora di poter raggiungere il divano. Cadde a terra, e avvertì i lunghissimi aghi che gli laceravano la gamba. Si mise a urlare dal dolore e dalla paura, quando si accorse che lo stavano trascinando via verso la porta, dove il vecchio calvo con il sorriso terrificante lo stava attendendo. Tentò di alzare il martello, ma presto fu disarmato e altri aghi gli azzannarono la mano e il braccio, mordevano così forte che laceravano perfino i muscoli.


"AIUTO! MARIA, AIUTAMI!!!" gridò, ma la bambina non diede risposta. Rimaneva ferma e immobile, con le mani che le coprivano gli occhi, proprio come l'aveva istruita Billy. Non si azzardava a guardare, neppure mentre la richiamava per nome urlando.


Neppure mentre le cose si misero a sbranargli le interiora, lei non guardava.

Né mentre gli strappavano via le labbra e la lingua.

Né quando Billy inzuppò i suoi resti con della benzina e gli diede fuoco, riducendolo a un mucchietto di cenere fumante in mezzo alla strada.


Lei non guardò. Neanche un pochino.

Billy Smiley







Narrazioni[]

Il_Vicinato_di_Billy_Smiley_(Parte_1)_-_CreepyPasta_ITA

Il Vicinato di Billy Smiley (Parte 1) - CreepyPasta ITA

Narrazione di La Voce Dell'Alchimista





Il_Vicinato_di_Billy_Smiley_(Parte_2)_-_CreepyPasta_ITA

Il Vicinato di Billy Smiley (Parte 2) - CreepyPasta ITA

Narrazione di La Voce Dell'Alchimista





Il_Vicinato_di_Billy_Smiley_(Parte_3)_-_CreepyPasta_ITA

Il Vicinato di Billy Smiley (Parte 3) - CreepyPasta ITA

Narrazione di La Voce Dell'Alchimista


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