Urlarono tutta la notte. Il mattino dopo la strada era rossa.
Siamo venuti ad abitare qui due mesi fa. Io e la mia mamma.
Il villaggio è protetto dalle recinzioni, ma ci sono troppe persone. La mamma dice che i mostri non possono passare. Dice che da questa parte siamo al sicuro.
Matz una volta ne ha visto uno alto come una casa, ma Matz è solo un bambino. Io non gli credo.
La mamma dice che non devo avvicinarmi mai alle recinzioni. I mostri possono afferrarmi e tirarmi via. Ma io sono grande e non ho paura di niente.
Quando un mostro ti rapisce, ti porta nella sua tana e ti rinchiude in una piccola gabbia piena di topi. Il giorno dopo ti mangia.
Ieri notte sono uscito di nascosto e li ho visti. Alcuni non volevano farsi vedere: si nascondevano dietro gli alberi e restavano immobili. Altri, invece, camminavano velocemente sulla strada.
Il giorno dopo la mamma si è messa a piangere. Allora io le ho detto che i mostri non potevano farci nulla. Io ho il mio simbolo magico. L'ho trovato per terra la settimana scorsa.
“Quello è uno scudo” mi disse la migliore amica della mamma, dopo averlo visto “tiene lontano i mostri”.
Mi piace molto, ma non sembra uno scudo. Sembra una stella.
Adesso devo andare. I mostri sono attirati dalla sporcizia, si sa, e bisogna mantenersi puliti. Ci stanno chiamando per fare la doccia. Se non vado mi sgrideranno. Quando torno vi racconto di come siamo arrivati qui. Sul quel treno c'era tantissima gente!