Creepypasta Italia Wiki
Creepypasta Italia Wiki

PARTE 1°

Tutto cominciò quando ho iniziato a sentire l'orribile suono che la città emanava ogni giorno, tra il rumore del traffico, le persone che urlavano e il rumore della pioggia che batteva sulla finestra.

A me non è mai piaciuta la mia città, l'ho sempre considerata un buco squallido pieno di persone zozze che farebbero pietà persino agli animali, un gregge di pecore stolte e ignoranti, pronti a discriminare chiunque non fosse come loro. Si può dire che in un certo senso, io sia sempre stato la pecora nera di tutto il gregge.

Io mi chiamo Dante, sono nato e cresciuto in questa piccola città della Sicilia, ma dire il vero non mi ci sono mai trovato. Mi sono sempre sentito come se non appartenessi a questo posto, come se fossi nato nel luogo sbagliato. Ora c'ho sedici anni e sono al secondo anno di liceo. Dovrei essere al terzo anno, ma a causa della continue risse e quindi dei bassi voti in condotta, venni bocciato. Ma non me ne sono mai pentito, anche perché quei bastardi meritavano fino all'ultimo pugno. Insomma, non andavo molto d'accordo con le pecore che frequentavano la mia scuola, non perché cercassi io la rissa ma sono sempre stato facilmente suscettibile e quei coglioni continuavano a provocarmi di continuo, prima per il mio modo di portare i capelli, poi per il mio modo di vestirmi. E se volevano fare a botte, io non mi tiravo indietro. Ritenevo inaccettabile che si prendessero gioco di me o che mi sparlassero alle spalle. C'è stato una volta un ragazzo che mi consigliò di lasciarli perdere, di voltargli le spalle e ignorali. Quel ragazzo aveva perfettamente ragione, certi soggetti andrebbero lasciati perdere, ma chinare la testa sarebbe stato troppo umiliante per me e penso che sia proprio questo il motivo per cui nessuno voleva essermi amico. In fondo, chi avrebbe rischiato di finire preso di mira solo per parlare con me?

L'unico vero amico che abbia mai avuto era Three, un bellissimo beagle da caccia con degli occhioni enormi e la punta della coda bianca. Mio padre mi diede Three quando era ancora un cucciolo, mi disse che ora era compito mio prendermene cura. Quello è stato il miglior regalo della mia vita e anche l'ultimo da parte di mio padre, poiché il cancro me lo portò via. Così rimasi solo con mia madre, che pian piano cominciò a cercare conforto nell'alcol e nel fumo, scordandosi perfino della mia esistenza. Lei e papà sono sempre stati molto uniti, e quando lui è morto, è morta anche una parte di lei.

Ciò che mi aiutò a restare lucido era Three. Prendermi cura di lui mi aveva dato uno scopo, distraendomi da tutto il resto. Non solo, decisi di continuare anche quella che fu la passione di mio padre: andare a caccia. Ogni tanto usavo pure il suo fucile che teneva nella nostra casa in campagna, in un vecchio armadietto di ferro. Era una bella doppietta calibro dodici con un'incisione sulla canna che raffigurava un corvo e un'altra sul calcio raffigurante un lupo. Così portai avanti la tradizione di famiglia continuando ad andare a caccia assieme a Three. Ero diventato anche abbastanza pratico nel seguire le tracce, nell'uso del coltello per costruire trappole, e nel scuoiare gli animali, soprattutto cinghiali. Erano davvero molto diffusi in quella zona, non era un problema prenderli. Ad avvantaggiarmi era il buon olfatto di Three, così fine da trovarli in un batter d'occhio. A me non rimaneva che dar loro il colpo di grazia dopo averli trovati.

E così, tra la scuola e la caccia il tempo passava velocemente, e in quel periodo non so perché, ma sembrava che i soliti ragazzi avessero smesso di prendermi di mira. Era ormai passata una settimana e non si sono fatti vedere per niente. Forse ne avevano prese abbastanza pensai, ma non ci ho riflettuto molto, perché sapevo in che razza di città mi ritrovavo a vivere. E sapevo che, se quel gruppo mi avesse lasciato in pace una volta per tutte, presto ne sarebbe spuntato fuori un altro pronto a prendermi in giro, e tutto sarebbe ricominciato da capo.

Un giorno, mentre ero a caccia di conigli con Three, decisi di prendermi dieci minuti di pausa. Mi riposai sedendomi sui vecchi binari inutilizzati del treno, tirai fuori il telefono, mi misi le cuffie per ascoltare la musica e osservai rilassato gli alberi del bosco. Anche Three si era coricato a fianco a me, fino a quando la pace non venne spezzata dalla vibrazione di una notifica. Sbloccai il telefono per vedere di che si trattava e vidi che qualcuno aveva inviato sul gruppo della classe una notizia di giornale. Lessi la notizia riportata nel messaggio: annunciava che dei ragazzi della nostra città erano morti in un'incidente d'auto. Riconobbi le facce di quei ragazzi dalle foto. Erano dei teppistelli, i classici idioti che si atteggiavano a gangster. Poi notai che il giornale la raffigurava come una tragedia, qualcosa di orribile e perfino le testimonianze degli amici li compativano, descrivendoli come bravi ragazzi, affermando che quell'incidente era un'autentica ingiustizia. In quel momento venni sopraffatto dalla rabbia. Come potevano dire che è stata una tragedia la morte di quegli idiotici teppisti? Loro non li conoscevano, non sapevano che razza di persone erano, di che cosa hanno fatto agli altri nel corso della loro esistenza. Erano solo dei miseri bulli da strapazzo, non valevano niente, se si sono voluti divertire andando a cento all'ora dentro il paese non è stata una fatalità, ma se la sono andati a cercare. Ora che sono scomparsi, al massimo il mondo è divenuto un posto leggermente migliore.

Mi alzai di scatto e ancora furioso mi misi a calciare contro una roccia per sfogare la mia rabbia. Anche Three si era spaventato della mia reazione, andando a nascondersi sotto un cespuglio. In quel momento mi resi conto che sarebbe stato inutile proseguire la caccia, ero ancora troppo arrabbiato per riuscire a concentrarmi. Così afferrai il fucile, lo zaino, il resto degli attrezzi che mi erano cascati in preda alla rabbia, rimisi tutto a posto dentro lo zaino e feci un fischio per invitare Three a seguirmi, Vedendomi più tranquillo, uscì dal suo nascondiglio e incominciò a seguirmi scodinzolando, come se non fosse successo niente.

Posato il fucile nel solito nascondiglio, mi cambiai i vestiti da caccia rimettendomi il solito giubbotto di jeans nero e i pantaloni con gli strappi. Una volta sistematomi, mi avviai verso casa con Three al guinzaglio, consapevole che una volta ritornato, l'unica cosa che avrei trovato per cena sarebbe stata mia madre ubriaca sul divano, consapevole di dover fare tutto da solo come sempre. Ma mentre tornavo a casa, incrociai per strada uno di quei ragazzi che mi prendeva di mira a scuola, intento ad accendersi una sigaretta mentre era appoggiato al muro. Il suo sguardo incrociò il mio, mi squadrò dalla testa ai piedi, e lanciò un'occhiata maliziosa dritta a Three. Non ci diedi molto peso, così mi affrettai a tornare a casa più per paura che potesse succedere qualcosa a Three che a me stesso.

Rientrato a casa come da programma, mia madre era addormentata sul divano, ma un'odore richiamò la mia attenzione. Notai che sul tavolo della cucina c'era un piatto coperto da un fazzoletto, con un bigliettino a fianco. Raccolsi il biglietto per vedere cosa c'era scritto. Era un messaggio scritto da mia madre rivolto a me. Lessi: "Dante, scusa se anche oggi non potrò trattenermi in compagni con te. Mi rendo conto della brutta situazione in cui ti trovi e mi dispiace per non averti sostenuto. Ma adesso voglio cambiare le cose, voglio ricominciare da zero e ritornare ad essere una vera madre. Spero che tu possa perdonarmi, e che questo piatto segni l'inizio di una nuova vita per noi due".

Mi girai verso mia madre, gli misi una mano sulla testa, e con lo sguardo di chi trattiene le proprie lacrime, gli sussurrai: "Ti perdono". Mangiai assaporando ogni boccone, lavai pure il piatto e le posate. Rimisi tutto in ordine così che al suo risveglio non avrebbe dovuto farlo lei.  Gli diedi un bacio sulla fronte e mi incamminai per andare a dormire. Anche Three si era addormentato nella sua cesta, e nella casa prese a regnare un silenzio sovrumano.


Un rumore mi svegliò di colpo. Corsi in salotto a vedere cosa era stato. Qualcuno aveva rotto una finestra, un estraneo era entrato in casa. Estrassi il coltellaccio a serramanico di papà e incominciai ad ispezionare tutte le stanze della casa, pronto a scovare e inchiodare il bastardo appena entrato. Appena giunsi in cucina, ciò che vidi mi tolse completamente il fiato. I muri erano imbrattati di sangue e sul tavolo giaceva il corpo martoriato di Three. Era stato ripetutamente pugnalato in tutto il corpo e i suoi occhi prima così allegri e sgorganti di vita, ora erano spenti come un guscio vuoto. In quel momento mi cadde il coltello dalle mani e cominciai a vomitare per terra in una pozza di lacrime e muco. Avrei voluto urlare, ma non ci riuscivo. Rimasi disteso per terra a piangere per un'ora, dopo di che trovai la forza per alzarmi. Ma non riuscivo a guardare il corpo senza vita di Three, così uscii dalla stanza. Notai che mia madre era ancora coricata sul divano, intontita dall'alcol. Così mi inginocchiai affianco a lei e gli dissi: "Scusa, non potremmo ricominciare da zero, ti prego perdonami". In quel momento la mia tristezza divenne rabbia, rabbia pura. Raccolsi il coltello e uscii di casa alla ricerca di quel figlio di puttana. Sapevo dove trovarlo, era solito ritrovarsi con gli altri suoi amici all'interno del parco. Ormai non mi bastava più essere la pecora nera. Ora dovevo essere il lupo.

Lo trovai in poco tempo, era con i suoi amici a impennare con le vespe dentro il parco. Li osservai come un cacciatore osserva la sua preda. Erano in sei e lui agitava un coltello in aria come segno di potenza, di vanità, lo stesso usato per uccidere Three. Allora estrassi dallo zaino una maschera nera con piume di corvo e la indossai in modo da confondermi perfettamente con l'oscurità. Incominciai ad avvicinarmi lentamente con pazienza in mezzo alla foschia, fino a quando uno di loro venne ad impennare vicino al mio nascondiglio. In quel momento balzai fuori e lo afferrai per la giacca, lo feci cadere rovinosamente per terra e lo bloccai. Estrassi il coltello e gli aprii la pancia come facevo con gli animali da scuoiare. Le budella e il sangue imbrattarono l'ebra e il terreno, così come i miei vestiti. Gli altri si accorsero di ciò che era successo ed incominciarono a scappare terrorizzati, ma io avevo solo una preda fissa, quel maledetto bastardo che aveva ucciso Three. Il ragazzo provò a scappare mettendo in moto la sua vespa, ma invano. Il freddo aveva fatto inceppare il motore. Nel provare disperatamente ad accendere quel mezzo, io colsi l'occasione e gli balzai addosso, lo buttai per terra e lo colpì ripetutamente col manico del coltello sulla testa. Lui provò a reagire estraendo il suo di coltello, ma nella foga dello scontro non riuscì ad aprirlo. Gli conficcai il mio coltello nella spalla, poi incominciai a riempirlo di pugni sulla faccia, sulla testa e sul petto. Le mie mani si tinsero del suo sangue, ma io non mi fermai di certo. Quando perse i sensi, io continuai a colpirlo ancora e ancora, sentendo le sue ossa sbriciolarsi una ad una per i violenti colpi che gli assestavo. Mi fermai solo quando le ossa della mano che tenevano quel coltello furono finalmente spezzate..

L'indomani arrivò una notizia al telegiornale. In un parco della città sono stati trovati i corpi senza vita di due ragazzi. Sono stati uccisi in un modo macabro, appesi ad un albero e scuoiati come degli animali. Il principale sospettato sembra essere un ragazzo mascherato dagli occhi blu, avrebbe i capelli folti e biondi e sembrerebbe essere armato di un fucile da caccia e un coltello da macellaio. Secondo alcune testimonianze, è stato avvistato ultimamente nei boschi della città. Si prega di riferire alla polizia eventuali informazioni. Queste erano le parole della giornalista al TG nazionale, un avviso a tutti coloro che avessero voluto contribuire alla ricerca di questo spietato assassino.

Ma si, cercatemi pure.. questi boschi sono la mia casa, sarà come cercare un ago in un pagliaio grande quanto l'universo.

Il cacciatore.

Io non mi fermerò.. ripulirò questa città dalla feccia che la infesta, ripulirò tutto da cima a fondo.

Queste sono ora tutte mie prede..

Il sole sta calando..

..che la caccia abbia inizio.


Narrazioni[]

Il_Cacciatore_-_Parte_1_-_CreepyPasta_ITA

Il Cacciatore - Parte 1 - CreepyPasta ITA

Narrazione di La Voce Dell'Alchimista

Il_cacciatore_(Creepypasta_-7)_(The_Horror_Land)

Il cacciatore (Creepypasta -7) (The Horror Land)

Narrazione di MISTER S.U