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DIARIO DI UN CONDANNATO

Caro Robert, è una vita che non ti vedo, non ci siamo più scritti nemmeno una lettera da... beh... quel giorno... Se ci ripenso mi vengono ancora i brividi. A volte ho gli incubi, altre questi mi sembrano talmente reali che mi sveglio con il terrore che stiano accadendo realmente; molte volte, invece, non dormo, ho il terrore di addormentarmi, ho paura di cosa potrei trovare dall’altra parte... Ora basta con tutti questi giri di parole, rivangare il passato non è mai stata una tua caratteristica. Non voglio mentirti riguardo questa lettera, come avrai notato viene dal carcere. Non da una cella qualsiasi. Ma da una cella del Braccio. Si, il Braccio. Avevamo entrambi il terrore di finirci un giorno. Tu eri sempre convinto che qui ci fosse una cella con i nostri nomi incisi sulle sbarre. I nomi di tutti noi. Vuoi sapere la verità? Non ho la minima idea di quando abbiano fissato la Data, e se devo essere sincero, non ho paura. Non temo la grande Mietitrice. Forse è l’unica in grado di darmi finalmente la pace che cerco. Forse è un bene che abbiano preso solo me. Così finalmente potrò morire. Non so se anche per te è stato lo stesso, ma Lui non mi ha permesso di togliermi la vita. Non sono mai stato un tipo forte, quella era una situazione insostenibile per me, forse è meglio così. Non so quanto tempo mi rimanga, ma voglio riallacciare i rapporti con gli altri. Sto scrivendo delle lettere anche a Liz, Frank, Carol e Matt, ma le loro sono lettere d’addio. Non ho la più pallida idea se siano ancora vivi, quindi meglio così. L’unico di cui abbia sempre avuto notizie, sei tu. Voglio farmi perdonare per quello che è successo, voglio farmi perdonare per tutto. Ti prego, scrivimi presto. Il tuo caro amico Max.


DIARIO DI UN CONDANNATO

Caro Robert, come te la cavi? Spero che te la stia passando meglio di me. Ormai ho perso il conto dei giorni che trascorso qui, nel carcere. Sarà forse un anno? Due? Non ne ho idea, e sinceramente me ne infischio. Però so per certo che è passata quasi una settimana da quando ti ho scritto la lettera, ma tu non mi hai ancora risposto. Probabilmente non ti è ancora arrivata, oppure qualche idiota delle Poste l’ha persa o peggio ancora: qualche secondino l’ha buttata pensando di essere simpatico. Ormai qui tutto è possibile. Ho inviato la lettera a Matt. Gli ho scritto che mi dispiaceva. Gli ho chiesto di perdonarmi per i miei peccati. Lui è sempre stato di animo buono, perdonava qualsiasi cosa, ma non sono sicuro che possa perdonare anche quello che ho fatto. Dopotutto non dovevo farlo. Non dovevo prendere quel dipinto. Mi avevate detto tutti di non prendere quel dipinto. Ma è stato un incidente. Non avevo idea che avrebbe scatenato tutto questo. Nemmeno voi lo sapevate. Eravamo solo dei ladruncoli qualsiasi. Non smetterò mai di punirmi per questo. Perdonami anche tu. Il tuo caro amico Max.


DIARIO DI UN CONDANNATO

Caro Robert, ho inviato la lettera a Carol. Non c’è molto da dire. E’ sempre stata una donna forte, ferma nelle sue decisioni, determinata, con un cuore di ghiaccio. So che non mi perdonerà mai. Potrei anche flagellarmi al suo cospetto ma lei non cederebbe. Non la biasimo per questo.ma vorrei precisare che quello non ero io. Qualcosa, qualcuno mi controllava. Mi ha obbligato a fare quello che ho fatto. Ti supplico. Devi credermi. Almeno tu... E’ stato un errore, uno stupido errore. Non dovevo trovarmi lì, non dovevo prender e quel coltello e... Il resto lo sai... Io no... So solo che quando mi sono “svegliato” c’era sangue ovunque. Lei era in fin di vita, ho chiamato l’ambulanza e sono scappato. Da allora non ho più notizie da parte sua. Non che mi aspettassi il contrario, s’intende. Lei è stata l’inizio. Vorrei sapere qualcosa da te, scrivimi, sei il mio unico contatto con il mondo esterno. Il tuo caro amico Max.


DIARIO DI UN CONDANNATO

Caro Robert, mancano solo due lettere, quella di Frank e quella di Liz. Le consegnerò al secondino domani per inviarle. Spero che siano vivi per leggerle. L’altra notte l’ho sognato, quel quadro, quello che ho rubato. Ormai lo sogno spesso da quando sono qui. E’ stato la causa di tutto. Sogno che lo guardo, e un essere senza occhi e con la bocca strappata esce da esso e mi viene incontro, prendendomi per le spalle ed entrandomi nell’anima. Si, la bocca strappata; è come se all’inizio non avesse avuto la bocca e qualcuno gli avesse preso la testa e avesse cominciato a tirare, fino a che non ha creato quello strappo a forma di bocca... E’ rivoltante. E’ stato lui ad obbligarmi a far del male alla sorella di Matt. Mi obbligava a guardare mentre le strappava il cuore ancora pulsante dal petto... e lo faceva con le mie mani... A te queste sembreranno solo le parole di un pazzo. Di un uomo che ha perso il senno. Ma ti garantisco che è vero. Il tuo amico Max.


DIARIO DI UN CONDANNATO

Caro Robert, non ho inviato la lettera a Frank, e non sono sicuro di farlo. Ogni tanto mi tornano alla mente quegli istanti. Mi tornano alla mente i miei cosiddetti “crimini”. Mi ricordo di perfettamente ogni singolo istante di quello che gli ho fatto passare. Mi ricordo dei messaggi scritti con il sangue sui suoi specchi. Mi ricordo di quando l’ho assalito nel bosco. Mi ricordo di quando gli ho inciso “muori” sul corpo con un coltello. Lui mi ha convinto a farlo. Mi ha plagiato. Mi ha indotto a credere che fosse normale, che fosse giusto, che fosse divertente. Sai che c’è? Aveva ragione. Era divertente. Era normale. Non aveva più bisogno di controllarmi. Crogiolarmi nella paura che gli altri hanno di me, è una sensazione impagabile. Non chiederò più il perdono dei miei “amici”, non ne ho bisogno, non ora che Lui è di nuovo con me. Il tuo Max.


DIARIO DI UN CONDANNATO

Caro Robert, ti ricordi di Liz? Certo, come potresti mai dimenticarla. I suoi splendidi occhi verdi, che riescono a penetrarti nell’anima e a leggere tutte le tue più profonde e oscure ossessioni. I suoi capelli rossi, morbidi, sensuali. Piaceva ad entrambi. Ti ricordi le sue labbra? Paradisiache. E la sua voce? Divina. E’ stato un vero peccato che io abbia dovuto farla tacere. Ma non è mai stata una mia intenzione ucciderla, almeno non subito. Sono bastati un ago e un filo per farle chiudere la bocca. Mi è servita anche una corda con cui l’ho legata in quella cantina buia. Il resto, lo puoi immaginare da te. E mentre accadeva ciò che accadeva, Lui mi guardava, compiaciuto. Mi disse che non era ancora finita, dopo Matt, Carol, Frank e Liz, c’era un’ultima persona che dovevo incontrare. A cui dovevo fare visita. Un’altra persona che sapeva... Max.


DIARIO DI UN CONDANNATO

Robert, Robert, Robert, amico mio. Ne abbiamo passate tante, eh? Ti ricordi quando mi hanno arrestato? Avevo allestito una “sala operatoria” solo per te, in casa tua. Ti ricordi? Era buio. Sei entrato in casa e ti ho preso. Urlavi. Dolci grida di terrore. Sfortunatamente i tuoi vicini ti hanno sentito urlare e hanno chiamato la polizia prima che io potessi farti qualsiasi cosa. Ma ormai non ha più importanza. Hanno fissato la Data. Ormai è questione di giorni, ore, e la mia vita terminerà così come è cominciata. Un’iniezione di veleno letale, un’agonizzante fine, mentre mi aggrapperò alla vita con tutte le mie forze, alla fine soccomberò. E’ stato bello finché è durato. Saluta i ragazzi da parte mia. Ci rivedremo nell’aldilà.


LETTERA DI ROBERT

Max, non ho idea di cosa tu stia parlando, non siamo mai stati dei ladri, non hai mai rubato nessun quadro. Vuoi la verità? Sono appena uscito dal coma, un coma durato 6 mesi, un coma nel quale tu mi ci hai mandato. Non è sopravvissuto nessuno: Matt, Carol, Frank e Liz, li hai uccisi tutti. E hai tentato di uccidere me. Sto piangendo mentre ti scrivo questo, perchè provo un dolore immane a ricordare quello che hai fatto. Non c’è posto per quelli come te, né in cielo né in terra. Sei impazzito. All’inizio mi hanno prescritto degli psicofarmaci per farti stare tranquillo, ma tu non li hai presi. E questo è il risultato. Spero che con la morte tu trovi la pace che cerchi, fratello mio. Robert.

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