Il demone del parco
1. In questo parco al verde in mezzo molti fanciulli io vedo passare, gioiosi, a volte mi fan ribrezzo.
2. Ma invero non so dissimulare la fame antica che alcun mi danno e perciò mi metto ad aspettare.
3. Quando il buio cala senza affanno dietro alla selva io mi nascondo e sorrido di quanto soffriranno.
4. Paziento per il momento fecondo, a volte attendo per ore intere e non sempre placo lo mal immondo.
5. Nonostante il mio grande potere devo aspettare la giusta carne che la mala mi manda in cenere.
6. Ma forse ho finito di cercarne; deh laggiù qualcosa interessante, un po’ a me devo assicurarne.
7. Ecco, sento il bisogno pressante: devo io con te giocare per forza lasciarti andare è aberrante.
8. Capel come del limone la scorza, occhi grandi e dolci e azzurri, pelle lattea che la sera smorza.
9. Canti lieve come con dei sussurri e la tua voce si sente appena; canti per non temere i buzzurri.
10. Questa litania mi è amena così tanto che chiudo i miei occhi e pregusto la mia succosa cena.
11. Oramai son passati i due tocchi, la notte con la neve è gelida; inizi a correre tra i fiocchi.
12. Con le perle sulla fronte madida non ti accorgi della mia presenza e presto son alla schiena candida.
13. Certo, non è una bella apparenza, che quando ti volti un urlo lanci, ma non è una poi giusta accoglienza.
14. Con un sol passo falso ti sbilanci e io lesto lesto ne approfitto e a me per non cader ti agganci.
15. Mi nutro del tuo bel volto afflitto; un mio dito sulle labbra scarlatte ed ecco che avviene il delitto.
16. Ormai ho le conoscenze adatte e non sbaglio più una sola mossa: non chiamar tue divinità distratte.
17. Con un gesto la maglia divien rossa la mia mano cerca questo nettare e la tua carne vien tutta ben scossa.
18. Le dita fulve prendo a leccare, ti sento farti ancor più pesante hai ormai anche smesso di lottare.
19. La mano stringe il cuore pulsante e ti fisso negli occhi sperando di vedere la vita esalante.
20. La luce dello sguardo va scemando, la pelle si fa come alabastro, e aria soffi lo mondo lasciando.
21. Son stato veloce come un mastro, Non vi è più alcun divertimento: Nei tuoi occhi più brilla alcun astro.
22. La fame, lei mi manda in fermento; del sangue l’aroma mi richiama e lascio che tutto coli sul mento.
23. Sono felice per ‘sta nuova dama che nel mio angolo sarà regina ma poco farà parte della trama.
24. Poiché è che con ‘sta mia acquolina Iniziando dal nel suo ventre varco, in poco finirò la piccolina
25. Sono il padrone di questo parco. E sì qualcun altro troverò presto, in questa avventura mi imbarco.
26. Ma per ora io non devo esser mesto perché la cena è a me vicino e devo essere felice per questo.
27. Devo portarla nel mio posticino dove potrà essere al sicuro e poi godermi ogni bocconcino.
28. Questo è il senso vero et puro Del perché il mondo, un posto bello, è anche assai cattivo e duro.
29. Sono re. Il parco, il mio castello!