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Eravamo un gruppetto di tre amici prima che tutto avesse inizio, prima che tutto giungesse al termine. Mai avremmo potuto immaginare tutto questo. Mai.

«Salve mi chiamo Rob, ho ventisei anni e finalmente sono riuscito a coronare il sogno di una vita, la Costa Rica!». «Rob, idiota smettila di trastullarti con quella videocamera ci stai mettendo in ridicolo!».

Inquadrai Mike che mi lanciò quel suo solito sguardo minaccioso da "se non ci dai un taglio ti becchi un cazzotto sul muso", e decisi di ubbidire. Troppo euforico per discutere con lui mi affrettai a spegnere la videocamera non prima di inquadrare involontariamente Dale guardare fuori dai finestrini con quella sua aria ebete. Lo capivo benissimo, tutt'ora anch'io ero incredulo della fortuna sfacciata che ci era capitata. Una vincita alla lotteria che aveva dell'incredibile, un'intera settimana gratis in Costa Rica per tre persone, il tutto comprendeva un viaggio in un jet privato per raggiungere la nostra meta con incluso vitto e alloggio nel più prestigioso villaggio turistico della zona. Il premio, col solo scopo di attrarre più gente era una trovata del nuovo proprietario del villaggio turistico appena rimesso a nuovo. "I tre figli di buona donna più fortunati al mondo", come ci avevano apostrofato simpaticamente gli altri passeggeri, o per lo meno il tipo belloccio ben vestito con gli occhiali da sole. Gli altri tre, una donna, un uomo e un anziano signore dagli occhi vispi parevano provenire da un mondo a parte rispetto al tizio ben vestito. Forse dipendeva dal tipo di vestiario che indossavano che ricordava vagamente Indiana Jones alle prese con una nuova avventura. Per quanto questo gruppetto fosse mal assortito una cosa che ci accomunava tutti era l'eccitazione del tutto palpabile per l'imminente arrivo. Il motivo della loro visita, per quello che avevamo potuto capire riguardava delle ricerche e un parco dei divertimenti. Non chiedemmo le motivazioni, in fondo non ci importava eravamo troppo presi dal viaggio per stare lì a far domande a degli sconosciuti.

Avremmo dovuto renderci conto che qualcosa non quadrava.

Al nostro arrivo trovammo ad attenderci due auto ed incontro ci venne un uomo distinto con un sorriso smagliante che fece un cenno verso il gruppetto che salutandoci si avviò verso una delle auto. Il tizio si rivolse a noi esibendosi in un'eccezionale padronanza delle lingue tendendo cordialmente una mano.

«Benvenuti al paradiso terrestre noto a tutti come il Costa Rica! Immagino voi siate i nostri tre giovani fortunati ospiti. Io sono il proprietario della baracca, potete chiamarmi Mr Alvaro». «Io sono Rob e questi sono i miei amici Mike e Dale, è un piacere conoscerla Mr Alvaro».

Ci apprestammo a stringergli la mano.

«Prego ragazzi, seguitemi nell'auto che ci porterà direttamente agli allogi cosicché voi possiate sistemarvi e magari mettere qualcosa nello stomaco».

Bagagli alla mano, quindi, ci avviammo in macchina per raggiungere gli alloggi. In tutto il tragitto in auto Mr Alvaro si dimostrò un perfetto padrone di casa illustrandoci la storia del posto e i vari luoghi che valeva la pena di visitare.

«Mr Alvaro c'è un parco dei divertimenti qui nella zona?».

Si vedeva che Dale morisse dalla voglia di porre quella domanda sin dall'inizio, sono sicuro ci avesse rimuginato su tutto il giorno da quando ne aveva sentito parlare, lui andava pazzo per questo genere di cose.

«Oh, il parco certo...».

Per un attimo il suo volto mutò espressione, ma solo per un breve attimo, Dale e io ci scambiammo uno sguardo interrogativo mentre Mike sbuffò e si mise a ghignare al suo solito modo.

«Immagino che le botte di culo si siano esaurite per noi adesso, immagino che non potremmo sperare in giri gratuiti, eh?».

Mike, pensai, era proprio un gran tirchio e senz'altro un guastafeste della peggior specie, sempre pronto ad uccidere il buon umore con il suo inguaribile"ottimismo". Proprio mentre mi apprestavo a ribattere al commento di Mike fui interrotto dal padrone di casa.

«A dire la verità il parco appartiene ad un mio carissimo amico,essendo miei ospiti farò in modo di farvi accedere in modo gratuito si intende. Come avrete sentito le persone che sono venute qui con voi si occuperanno di determinate faccende prima di diffondere la notizia al mondo intero. Niente attira più di un parco dei divertimenti in un angolo di paradiso tropicale, di certo tre recensioni in più male non potranno fare, non credete? Solo vi chiedo di non proferirne parola con nessuno, sapete le solite faccende burocratiche».

Adesso ammiccava, quello che sembrava trapelare prima il suo viso era del tutto sparito, perciò credetti fosse stata soltanto una mia erronea impressione.

«Davvero signore?? Porca paletta non so come ringraziarla e stia sicuro non ne parleremo con anima viva, può starne certo!».

Dale era andato, probabilmente neppure lui ci pensava più in quel momento.

«Ragazzi sono esausto, penso che dormirò e basta, portatevi le chiavi ho il sonno pesante».

Era già sera quando arrivammo e sistemammo i bagagli nella stanza che avremmo condiviso per questa settimana. Io e Mike lasciammo Dale in camera e seguite le istruzioni di Mr Alvaro ci avviammo nella sala adibita ai clienti per cenare. La sala da pranzo come la stanza e l'hotel in generale, era davvero carina e confortevole, sicuramente questo contribuiva a renderla una meta ambita per chiunque; e infatti, la sala pululava di gente intenta a cenare e a parlottare amabilmente tra loro. Ci apprestammo a prender posto quando in un tavolo poco lontano notammo Mr Alvaro farci cenno di accomodarci assieme a lui.

«E il vostro amico?».

Ci chiese appena ci accomodammo, pareva genuinamente preoccupato.

«Dale è rimasto in camera e penso che adesso stia dormendo come un sasso, era parecchio stanco». «Peccato perché volevo parlavi a proposito del parco».

Si interruppe poiché il cameriere aveva cominciato a servire le prime pietanze, aspettò pazientemente che ebbe terminato per riprendere a parlare.

«Ragazzi adesso servitevi pure, i discorsi possono attendere, le nostre pancie no».

Soddisfatti del lauto pasto appena consumato guardammo con aspettativa Mr Alvaro che non si fece attendere oltre.

«Oggi pomeriggio mi sono messo in contatto col mio carissimo amico, e con immenso orgoglio vi comunico che domani sarete graditi ospiti e che il parco dei divertimenti sarà a vostra completa disposizione. Vi accompagnerò io stesso domani e vi farò da guida» . «Le siamo immensamente riconoscenti, Dale sicuramente sarà al settimo cielo quando lo saprà. Grazie ancora, lei è davvero gentile e grazie anche per il disturbo». «Nessun disturbo ragazzi è un piacere e un dovere per me rendere indimenticabile il soggiorno qui da noi per i nostri ospiti».

Continuammo a chiacchierare del più e del meno quando Mike iniziò a sbadigliare.

«Scusate signori ma sto per crollare qui sul tavolo, raggiungo Dale nella stanza, tu che fai Rob?». «In effetti anch'io mi sento parecchio stanco, ti seguo. Mr Alvaro la ringrazio ancora». «Nessun problema ragazzi andate a recuperare energie, domani vi aspetta una giornata parecchio movimentata».

Salutato Mr Alvaro andammo nella nostra camera e crollammo esausti, mentre il vento ruggiva furioso in lontananza.

La mattina seguente dopo aver terminato la colazione trovammo Mr Alvaro ad attenderci in auto per raggiungere il parco. Filmai il tragitto con la videocamera, il paesaggio era molto suggestivo ne facevano da sfondo le diverse varietà di felci e banani gremiti qualvolta da delle simpatiche scimmie intente a mangiare, per non parlare della cacofonia di suoni prodotti dalle miriadi di uccelli appollaiati sugli alberi tutt'attorno. Il sole a poco a poco si faceva strada oltre l'orizzonte illuminando tutto intorno e conferendo a quel paesaggio una bellezza del tutto primordiale, come può esserlo solamente la natura incontaminata. Ero sempre più convinto che fossimo approdati su un'isola paradisiaca.

Ma più andavamo avanti più il paesaggio mutava, si faceva più rado e silenzioso quasi come se non ci fossero forme di vita nei paraggi. L'unica cosa a testimoniare che qui un tempo ci fosse stata presenza di vita erano vecchi ruderi e quelle che un tempo dovevano essere case, adesso in totale stato di abbandono. Un villaggio fantasma, lo filmai, non avevo mai visto nulla del genere; nella mia mente milioni di domande presero forma. Mr Alvaro che aveva evidentemente intercettato i nostri pensieri astutamente sorrise.

«Un tempo questo era un villaggio densamente popolato, la gente qui era cordiale con i forestieri, c'erano anche il bestiame e gli animali selvatici soliti a gironzolare qui attorno. Era un villaggio davvero carino e pacifico il luogo più in voga scelto dai visitatori venuti qui in vacanza».

Aspettammo pazientemente che continuasse con il racconto, ma invano, poiché si concentrò di nuovo sulla guida chiudendo definitivamente il discorso. Prima che potessimo noi stessi porgli delle domande, lui ci interruppe.

«Ragazzi siamo quasi arrivati, un'altra decina di minuti sempre percorrendo il sentiero asfaltato che ci troveremo dinnanzi al parco».

E detto questo cominciò a discutere animatamente con Mike e Dale del parco. Distrattamente spensi la videocamera, temendo di far fuori la batteria prima del dovuto, e la riposi nella mia borsa e catturato dai miei pensieri non mi accorsi di un lampo marrone che ci piombò addosso. Ci fu un rumore assordante di metallo che stride e di vetri che si fracasso, e poi tutto nero.


Quando ripresi conoscenza mi ritrovai steso al suolo. Confuso cercai di capire cosa fosse accaduto, quando ricordai che ero in macchina e stavo per andare da "qualche parte" con i miei amici... Mi ricordai improvvisamente di quello che era accaduto, qualcosa ci era venuto addosso, un lampo marrone, e poi la macchina che si frantumava e noi sbalzati fuori dall'auto? Mi alzai di scatto, troppo repentinamente per le mie membra indolenzite, vacillai e trovai sostegno in un albero, fino a che non riacquistai equilibrio. Mi tastai tutto il corpo, e a parte qualche graffio fortunatamente non c'era nulla di rotto. L'auto, dovevo cercare quella, sicuramente non poteva essere lontana e probabilmente Mike e Dale dovevano essere lì. Bastò una manciata di minuti e finalmente trovai l'auto che a quanto pareva era del tutto inutilizzabile, poiché la parte anteriore era del tutto ammaccata e vicino ad essa giaceva un enorme tronco d'albero caduto. Il lampo marrone, non era altro che un grosso albero che ci aveva colpiti dritti sul cofano. Dentro il veicolo non c'era nessuno neppure le nostre sacche, ero sicuro che li avessero presi Mike e Dale. Dovevo trovarli al più presto, prima che facesse buio dovevamo raggiungere l'hotel assieme a Mr Alvaro. Mi venne allora in mente il cellulare! Avrei potuto chiamarli, così lo cercai nelle tasche... Ma nulla. Non c'era, probabilmente l'avevo messo nella borsa, ero ancora un po' stordito, non ero sicuro di nulla. Girovagai intorno allo spiazzo erboso senza allontanarmi dal punto in cui si trovava l'auto e intanto li chiamavo nella speranza di ricevere una risposta che fortunatamente non tardò ad arrivare. Seguii le loro voci finché non li trovai.

«Rob! Stai bene?». «Si Dale, voi state bene?».

Guardai Mike per avere la conferma e lui col suo solito ghigno insolente mi tranquillizzò.

«Amico nessun ammaccatura solo qualche graffio. Piuttosto però, dove diavolo eri finito? Ti abbiamo cercato per tutto il tempo» . «Non so come, ma mi sono ritrovato steso per terra... Mr Alvaro? Non si trova con voi?». «No, credevamo fosse con te».

Dale prese le borse, si mise la sua in spalla e ci passò le nostre. Controllai all'interno della borsa, ma il cellulare non era neppure lì.

«Mike per caso il mio cellulare si trova nella tua borsa?».

Mike controllò e il suo disappunto fu sufficiente come risposta.

«Amico, non solo non ho il tuo cellulare ma anche il mio è sparito! Dale?». «No! È scomparso anche il mio. È possibile che li abbia presi Mr Alvaro per chiedere aiuto?! Aveva detto che per arrivare al parco dovevamo seguire il sentiero asfaltato, magari si è avviato lì per chiedere aiuto mentre eravamo privi di sensi».

Perciò ci incamminammo non avendo grosse difficoltà nel ritrovare il sentiero e quindi l'auto fuori uso, proseguendo per quello che ci parve un'eternità finché il cielo non si oscurò. Una grossa cappa di nubi cariche di pioggia si era formata sopra di noi e non ci volle molto affinché si scatenasse un gran temporale. Del parco ancora non si vedeva l'ombra, era quasi buio perciò trovammo riparo in una caverna naturale scavata nelle rocce.

«Sta facendo buio è meglio rimanere qui per stanotte e metterci in cammino alle prime luci dell'alba».

Mike e Dale annuirono, perciò mangiammo qualche biscotto che Mike aveva pensato bene di portare e sorseggiammo l'acqua che avremmo dovuto razionare.

«Mr Alvaro secondo voi sarà arrivato al parco? Avrà chiesto aiuto?». «Forse abbiamo fatto male a muoverci, forse dovevamo solo aspettare lì».

Alle domande di Mike non sapevo cosa rispondere, perciò mi limitai a prendere la videocamera dalla borsa e rivedere il filmato del viaggio di quella mattina. Lo guardammo tutti e tre assieme, e servì a calmare le agitazioni fino a quando arrivati al punto del villaggio abbandonato il filmato non ebbe delle interferenze, lo schermo divenne tutto nero per poi riprendersi subito dopo. Rimasi impietrito, mentre Mike e Dale respiravano a fatica. Il villaggio che avevamo filmato non era più desolato, nel filmato appariva la gente del posto tutta in fila che sosteneva i nostri sguardi attoniti, impossibile non averli notati prima, infatti ciò che stavamo guardando adesso, prima non c'era. Dal filmato fuoriuscirono lamenti, grida rumori forti e angosciosi, delle voci piene di rabbia, di paura e altre che sembravano rasentare l'isteria. Parlavano in una lingua incomprensibile e una frase su tutte riuscimmo a distinguere «Welcome to....» non capimmo altro, il video terminò.


Stavo per aprir bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma fui interroto da rumori di passi che provenivano da fuori. Mike quando abbiamo trovato la caverna ha avuto la brillante idea di coprire l'entrata con arbusti e foglie secche cadute dalle palme, sia per ripararci dal freddo, sia per tenerci lontani dalla portata di qualche animale selvatico, quindi per chiunque si stesse avventurando lì noi eravamo invisibili anche grazie al buio. Rimanemmo immobili in silenzio ad ascoltare, magari era Mr Alvaro con i soccorsi, l'unica cosa che ci trattenne dall'uscire immediatamente da lì e chiedere aiuto fu il video che ci aveva terrorizzato.

«Non voltarti indietro stupida!! Corri!». «Dov'è il vecchio?». «Era dietro di me, l'ho perso di vista!». «È dietro di noi! Correte!! Dio mio!». «Non voglio morire!!! Non voglio morire qui!». «Maledetto pazzo figlio di buona donna!!».

Avevamo riconosciuto le voci, erano i tre tizi con la quale il giorno prima avevamo condiviso il volo. Urlavano, correvano ansimando stremati, la donna piangeva, mancava la voce del vecchio. Da quello che avevamo capito stavano fuggendo da qualcuno. Noi stessi eravamo terrorizzati, e mentre Dale si stava precipitando per richiamarli e farli entrare, udimmo un trambusto tremendo di versi inumani, ma che anche di animale avevano ben poco. Mi si accapponò la pelle, Dale sbiancò in volto e non si mosse.

«Eccolo! Aiuto!!!! Non voglio morire!!».

Sentimmo urlare, supplicare, sentimmo rumore di carne che si strappa, di ossa che si spezzano come rami secchi, sentimmo grida di dolore, pianti per qualche minuto. Poi più nulla. Cadde di nuovo quel silenzio inquietante, quel silenzio nella quale non si udivano neppure i nostri respiri che stavamo trattenendo. Passammo tutta la notte svegli fino a vedere i raggi del sole filtrare attraverso le foglie, uscimmo e ci guardammo attorno. Sangue, strisce di sangue tutto attorno. Dale diede di stomaco alla vista di un braccio dalla quale fuoriuscivano tendini.

«Che cos'era quello?! Non era un animale! Che diavolo era?». «Mike, Rob andiamocene! Torniamo indietro, andiamo a casa!».

Mike e Dale avevano i nervi a pezzi.

«Si. Torneremo a casa, tranquillo!». «Pensate che Mr Alvaro abbia fatto la stessa fine?!». «Basta Mike! Basta! Muoviamoci adesso dobbiamo tornare indietro!».

Ripercorremmo la strada a ritroso, eravamo nervosi e agitati ogni minimo rumore era un nostro sussulto. Era facile perdersi, ma grazie al sentiero dalla quale non ci eravamo allontanati più di tanto riuscimmo ad orientarci.

«Camminiamo da un'eternità!! In auto il tragitto non sembrava così tanto...». «Ricordo di aver già visto quella palma lì, a momenti dovremmo giungere al villaggio abbandonato...».

Ci guardammo, stavamo pensando ancora al video, era evidente nessuno di noi aveva voglia di metter più piede lì.

«Forse qui scopriremo cosa sta succedendo».

Era quasi giunto il tramonto quando arrivammo finalmente, il cielo era terso e rosso, di un rosso malato che conferiva alle case in legno un aspetto lugubre.

«Ragazzi dividiamoci. Cercate ovunque, qualsiasi cosa possa esserci utile per andarcene via da qui!».

Cercai all'interno delle capanne ed ogni cosa pareva trovarsi al suo posto. La gente sembrava come sparita e basta, quella stessa gente che un tempo abitava qui adesso era sparita non si sa come e perché. Neppure Mr Alvaro ci aveva detto nulla in proposito. Mentre stavo ispezionando un'altra capanna, sentii un grido, lo riconobbi era Dale! Stavo per precipitarmi fuori quando sentii un dolore lancinante alla nuca e poi più nulla.

«Morte... Isola di morte!». «Cosa? Chi sei?».

Ero circondato da voci, sussurri, risate, grida, pianti disperati.

«Chi siete? Dove mi trovo? Perché non riesco a muovermi?».

Sentivo freddo, vedevo tutto nero, sentivo solo le loro voci, ma non riuscivo a vederli. Stavo dormendo? Non riuscivo a capire. Non capivo quello che dicevano, finché i sussurri non divennero più intensi.

«Morte! Isola di morte... Morirete tutti! Welcome to...».

Mi svegliai, ero appoggiato all'auto che ci eravamo lasciati alle spalle stamattina prima di giungere al villaggio. Come diavolo ero finito qui? La testa mi pulsava. Chiamai a gran voce Mike e Dale e non ottenni risposta. Era sera, ma stranamente c'era ancora luce, vidi così una busta bianca vicino alla mia gamba, mi allungai per prenderla, ero ancora stordito mi muovevo a scatti. Rovescia il contenuto della busta sul grembo, ne fuoriuscirono una msd e un biglietto. Lessi il biglietto e andai in panico, " se vuoi rivedere i tuoi amici, prendi la msd e mettila nella videocamera ". Feci così, senza esitare.

Partì il video, in primo piano Mike e Dale giacevano per terra privi di sensi, vidi le loro spalle abbassarsi e sollevarsi a testimonianza del fatto che erano ancora vivi, e vidi anche che non erano i soli, assieme a loro c'erano altre persone. Erano circondati da alberi e arbusti, quindi dovevano trovarsi qui da qualche parte. All'improvviso vidi gli obbiettivi che si rimpicciolivano e cominciai a cogliere sempre più dettagli del luogo circostante, erano tutti disposti in fila, tutti privi di sensi e con le mani legate dietro la schiena, e attorno a loro c'erano dei tamburi. Chi stava riprendendo, adesso, lo stava facendo da un luogo abbastanza alto ma non troppo, poiché potevo ancora distinguere bene i miei amici. Le riprese si spostarono verso il cielo, dove il sole cedeva il passo alla luna, e il silenzio venne interrotto dai tamburi che scandivano un ritmo ben preciso, ma non vidi chi suonava fino a che il sole finalmente non sparì oltre l'orizzonte. C'era tanta luce, nonostante fosse già sera capii il perché vedendo dei riflettori che illuminavano tutto, vidi anche che Mike e Dale e tutti gli altri si erano svegliati, e attorno a loro c'erano dei tizi a torso nudo incappucciati che continuavano a battere sui tamburi. Apparvero dei tizi armati di fucili che puntavano verso la gente stesa per terra, mentre loro urlavano in preda al panico. Cominciai a sudare freddo. Spuntò nelle riprese un uomo anch'esso armato, che si spostò al centro di quel cerchio, guardò verso la videocamera e sorrise. Mr Alvaro volse nuovamente la sua attenzione verso la gente, alzò una mano al cielo e tutto tacque.

«Buona sera miei carissimi ospiti, allora? Come procede la vostra vacanza? Vi siete resi conto di che paradiso sia questo? Immagino di si!». «Mr Alvaro che sta succedendo? L'abbiamo cercata ovunque! Se questo è uno scherzo non è divertente!». «Andiamo via di qui è pericoloso! È già buio ci sono strane creature che si aggirano di notte... Mr Alvaro la prego, ci liberi!». «Dov'è Rob?!».

Mike e Dale erano gli unici che riuscii ad ascoltare.

«Mike, Dale, mi avete chiesto voi di voler visitare il parco, no? Come vi ho già detto è il mio dovere rendere indimenticabile il vostro soggiorno qui, anche perché sarà l'ultima cosa che ricorderete! E non preoccupatevi per Rob presto ci raggiungerà anche lui. Beh, adesso vorrei dare la parola al mio carissimo amico che ha permesso tutto ciò, prego fate un applauso al professor **».

Si udirono applausi, la gente continuava ad urlare, Mike vedevo che tentava di liberarsi, Dale era sconvolto. Tutti si voltarono verso di me, ovvero verso chi stava filmando, vidi Mike e Dale impallidire.

«Grazie Alvaro! Bene vorrei tagliare corto, voi miei cari avrete l'immenso onore di vedere con i vostri occhi un miracolo! Avrete la prova che le divinità esistono! A voi vi sarà concesso lo stesso immenso onore della quale hanno goduto gli abitanti del villaggio qui vicino! E con voi che adesso io e Alvaro condivideremo la nostra immensa gioia! Senza indugio diamo inizio alle danze! Liberateli! Benvenuti al Parco dove tutto è possibile!».

Non potevo credere alle mie orecchie, la voce che avevo appena sentito apparteneva al vecchio con la quale eravamo arrivati qui sull'isola. Intanto i tizi incappucciati avevano ripreso a suonare e dei tizi con i coltelli si avvicinarono alla gente per tagliare le corde. Furono tutti liberati, c'era chi supplicava pietà, chi rimaneva guardingo immobile, c'era chi tentava di fuggire, gli ultimi furono crivellati dai fucili. Si scatenò il panico, tutti cominciarono a correre, si udivano colpi di spari e grida. Avevo le vertigini mi appoggiai all'auto per non cadere e nel frattempo non perdevo di vista Mike e Dale che tentavano di non dare nell'occhio mentre provavano a fuggire, quando ad un tratto si udì ancora quel ruggito disumano e molto poco animale. I tamburi crebbero di intensità e scandirono un ritmo più veloce, anche le urla si fecero più acute. Qualcosa di enorme sbucò fuori dagli alberi, spalancò la bocca e divorò i poveri malcapitati che si trovavano lì. Mike e Dale urlarono, in sottofondo le risate del vecchio. La creatura cominciò ad uccidere chiunque si trovasse nei paraggi, mangiò la metà dei tizi incappucciati che vedendoselo davanti non smisero di suonare, finché non ci furono più tamburi a segnare il ritmo. Eppure io continuai a sentirli. Pregai che Mike e Dale riuscissero a scappare, e mentre stavano per sparire all'interno della foresta, si udì un altro ruggito, una bocca si spalancò e tranciò di netto Dale dalla testa al busto. Mike urlò, io urlai. Mike corse ma la creatura fu più veloce. Guardai i miei amici mentre venivano divorati.

«Ahahahahahahhaaa Alvaro! Anche questa volta è stato un successo!». «Esattamente amico mio! Che gioia! Ma adesso manca solo il nostro caro amico Rob!». «Non preoccuparti Alvaro, fino alla fine di tutto il video che sicuramente in questo momento starà guardando, loro l'avranno già trovato!». «Beh, allora addio Rob! Ahhahahahaha».

Il video s'interruppe. Sentii un ruggito poco lontano alle miei spalle, io non mi mossi, nella mia testa risuonarono le parole della gente del villaggio.

«Morte!».

Il ruggito si fece più vicino.

«Isola di Morte!».

Sentii la creatura proprio dietro di me, schiacciò l'auto, ruggì....

«Welcome to...».







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