Lo scorso gennaio ho festeggiato il mio compleanno. Non è andato per nulla bene. Me ne stavo nel mio appartamento, da solo, giocando ad alcuni giochi per computer; questo fa già intendere che sarei stato sveglio fino a tardi a giocare. Ero davvero annoiato quel giorno perché i miei amici erano tutti fuori città. Quando poi arrivò la mezzanotte io ero tipo "urrà, buon compleanno a me!". Mangiai una pizza, bevvi del succo, tutte quelle cose da asociale...
E poi squillò il telefono.
Pensai che fossero i miei amici che mi stessero chiamando per farmi gli auguri per il mio compleanno, ma chi telefonerebbe mai a tarda notte? Nonostante tutto, risposi. Udii una ragazza e un uomo che parlavano, ma non riuscii a riconoscere le voci. Gli chiesi chi fossero e provai a suggerirgli che avessero telefonato alla persona sbagliata.
Mi sembrò allora che la ragazza avesse sottratto il telefono dalle mani dell'uomo per rispondermi. Mi disse che LORO mi conoscevano e che mi stavano guardando dalla finestra. La ragazza sembrava ubriaca perché stava ridacchiando.
Rimasi tipo "ma che cazzo?". Non ricordo di aver dato il mio numero a degli sconosciuti. Riattaccai e continuai a giocare al computer. Dopo alcuni minuti il telefono squillò di nuovo, quindi risposi e gli dissi di smetterla di farmi scherzi, e dopo questo mi alzai dalla scrivania e andai a guardare alla finestra. Non vidi nessuno. Cercai di guardare meglio, usando persino il mio cellulare per guardare negli altri appartamenti con lo zoom della fotocamera, ma non vidi nulla. Iniziai a credere che fosse uno scherzo telefonico. Poi, di nuovo, squillò.
Alzai la cornetta del telefono ma non parlai. Dall'altro lato, nemmeno loro parlarono. Era come se stessero aspettando che io parlassi per primo. Quindi, chiesi che problema avessero. La ragazza mi disse che LORO erano fuori al mio appartamento, aspettando che io aprissi la porta. In quel momento mi spaventai a morte perché non avevo idea di chi fossero e di cosa volessero. Corsi alla porta e la chiusi a chiave, poi andai in cucina e afferrai un coltello, perché suvvia, perché no?
Poi udii qualcuno bussare alla porta. Sussultai e corsi dritto in camera mia, chiudendomici a chiave, lasciando le luci in salotto e il computer accesi. Fu il compleanno peggiore di tutti.