Kitsune (volpe) non era altro che un’anima dannata bloccata in questo dannato mondo.
Si trattava di un samurai risalente al periodo Edo, fu uno dei tanti a praticare il seppuku (suicidio) per non essere riuscito a proteggere ciò che per lui contava più di ogni altra cosa, la sua famiglia.
Si dice che subito dopo il tramonto, al calar del sole, la sua figura appaia su di un ponte, seduta sulla ringhiera, fissa e immobile ad osservare il suo stesso riflesso nell'acqua sottostante.
Veste i tipici abiti da samurai e, a causa della sua maschera a forma di volpe, nessuno ha mai visto il suo vero volto.
In realtà nessuno (o quasi…) si è mai reso conto di averlo davanti a sé ed è difficile pensare che qualcuno abbia mai realmente creduto a questa storia.
Kitsune è capace di assumere qualsiasi aspetto, si mostra prendendo le sembianze suggeritegli dalla tua stessa anima.
Appare come una creatura estremamente misteriosa ma incantevole al tempo stesso, capace di ammaliarti e condurti sino a far sì che vi ritroviate l’uno a un sospiro dall'altro.
Una volta vicini, egli mostra una delle persone a te più care , qualcuno per cui saresti pronto a dare la tua stessa vita, ma che purtroppo non è più in questo mondo.
Questa persona ti porrà una domanda: "Mi riporterai con te… o preferisci che di me rimanga un ricordo?" Se i tuoi sentimenti saranno tanto strazianti da voler respingere la sua morte, Kitsune ti ucciderà, se invece capirai che di lei ormai non rimane altro che un ricordo ecco che ella ti donerà un suo prezioso oggetto invitandoti a stringerlo a te e mostrargli così la tua immensa gratitudine; sarà poi troppo tardi quando ti renderai conto che la katana che impugnavi ha perforato il tuo addome.
Pensate sia crudele non è così? Un’anima caduta in disgrazia che non offre altro che la morte a chiunque la incontri.
Ebbene vi sbagliate.
Questo mio racconto è la prova che, a volte, il silenzio… è l’unica risposta plausibile.