Guardare un artista creare una propria opera è una sensazione a dir poco incredibile.
Quella sicurezza e quella quasi maniacale precisione con cui muove il pennello è uno spettacolo ipnotico agli occhi di una persona che ignora il mondo dell'arte.
E io rimango basito, a fissarlo, incantato da quei movimenti di polso mentre sulla tela prendeva forma un immagine sempre più nitida e ben delineata di quello che sembra essere il mio volto.
Mi stava facendo un ritratto, questo era evidente.
Forse è proprio per questo che, pochi attimi prima, mi aveva chiesto di stare immobile.
Ma io non lo sapevo.
Non potevo saperlo.
Mi dimenavo come fossi un cane in gabbia.
Lui non poteva sopportare un comportamento così infantile, un soggetto che si muove durante un ritratto poteva essere un problema per la creazione dell'opera.
Forse fu per questo che, con un sorriso sul viso, mi piantò un coltello nel ventre.
Lui non capiva come mai fossi tanto contrario.
D'altronde, era solo un ritratto.