L'inizio[]
2006, luogo ignoto.
Un uomo viene ritrovato nel suo appartamento, vicino a un’autostrada statale, con gli occhi cavati. È pieno di sangue.
Accanto a lui, su un muro, la scritta: “L’ho visto in faccia”.
Questo episodio è accaduto di nuovo molte volte, con modalità simili.
Persone rinvenute morte o sul limite della pazzia, con incisioni sul petto, organi mancanti, dita mozzate. Sempre con la stessa scritta sul muro, su un foglio, o sul soffitto.
Ma cos’hanno visto?
Nessuno lo sa. Secondo alcuni, il motivo per cui ciò accade è una forma di follia collettiva, che deriva dall’essere a conoscenza di questa faccenda.
Per altri, la suggestione non c’entra: c’è davvero qualcosa che causa questo.
Ciò spiegherebbe la periodica scomparsa di prove dalle scene del crimine, oltre al fatto che tutto avvenga sempre in luoghi molto distanti tra loro (cosa che rende difficile che sia stato un omicida seriale a compiere i delitti).
Potrebbero anche venir confermate entrambe le ipotesi, in un certo senso: dietro alla morte dei protagonisti potrebbe nascondersi un essere che colpisce solo chi è a conoscenza dei fatti.
Ciò spiegherebbe la fine di alcuni tra coloro che indagavano sulla vicenda.
Dettagli[]
Chi è stato colpito direttamente è morto dopo poco tempo.
Lo schermo dei suoi dispositivi elettronici è rigato, come se fosse stato graffiato da artigli, e vengono sempre registrate delle anomalie nelle telecamere di sicurezza del quartiere in cui vivono le vittime.
I telefoni sulle scene del delitto vengono ritrovati accesi, mentre mandano in onda scene di torture, o file audio di persone che urlano. La temperatura nella stanza è bassissima.
Studiando le poche evidenze, è spesso possibile avvistare ombre nei video salvati dei cellulari di chi abitava le case attaccate, anche se non del tutto collegabili con l’accaduto.
L’unica cosa certa è che, per chi resta colpito dalla presunta forma di psicosi collettiva, non rimane niente da fare: presto si ricopre di morsi, si automutila, e infine va incontro alla pura follia.
Ultimo caso[]
Di recente, un’altra vittima è stata ritrovata.
Stando agli esami svolti, infilato nel suo braccio c’era il seguente biglietto, scritto con calligrafia tremante, e risalente a pochi giorni prima:
“oh dio ti prego no dio no ah
L’HO VISTO è quI no no No
salvatemi è tremendo
FAnculo
mi dispiaCe
perdonateCi a tI prego
mAmma
PERDONAMI
NON VOGLIO MORIRE! non voglio andare in quel posto
HO VISTO *#S@U$IDF40GPH***”
Le prove sono scarsissime, ma gli inquirenti continuano a cercare.