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Spaventapasseri

In un piccolo paese di provincia del centro Italia viene tramandata un’antica ed inquietante leggenda. Molti anni fa, un anziano agricoltore costruì uno spaventapasseri per evitare che gli stormi degli uccelli divorassero continuamente il grano coltivato nei suoi campi. Incredibilmente, lo spaventapasseri era così inquietante da tenere lontani, oltre ai pennuti, anche i pochi ladri dei paesi vicini, i quali approfittavano dell’età avanzata del povero contadino per rubargli continuamente i frutti del suo lavoro. Il fantoccio era composto da un insieme di pezzi casuali montati rudimentalmente. Un grande cappello di lana grigia, due rami corti per le braccia ed uno grosso e lungo a fargli da sterno. I tre rami erano coperti da un lungo soprabito nero un pò logoro, e la sua testa era costituita da un semplice sacco di juta riempito di paglia. Sempre secondo la leggenda, l’unico occhio di quel fantoccio, costituito da un grande bottone rosso cucito sul lato sinistro della testa, pare avesse il potere di scrutare coloro che irrompevano nel campo per compiere azioni malevole. Fin qui nulla di strano, nei piccoli paesi di provincia le dicerie e le leggende di questo tipo sono all’ordine del giorno, un rimasuglio di antiche superstizioni delle epoche passate.

Ma ben presto, le cose presero una piega molto più sinistra.

Quando l’anziano agricoltore morì, la famiglia dell’uomo decise di abbandonare la fattoria dove avevano vissuto per tanti anni, trasferendosi in città senza farvi più ritorno. Lo spaventapasseri rimase completamente da solo nel campo ormai abbandonato, continuando a far da guardiano in un terreno ormai privo di un nuovo padrone. Passarono mesi, anni, e nonostante l’intera fattoria versasse nel degrado più assoluto, il grano continuava a crescere alto e rigoglioso. Era come se qualcuno o qualcosa continuasse a prendersi cura di quel campo ormai abbandonato, rendendo il tutto ancora più inspiegabile. Un’infausta notte, alcuni giovani si introdussero in quella proprietà abbandonata per vandalizzare lo spaventapasseri, il tutto per poter far colpo sulle loro fidanzate. Sradicarono quel tetro fantoccio dal suo sostegno e strapparono il grande bottone rosso che gli faceva da occhio, lasciandolo riverso al suolo. Avrebbero mostrato a tutti quel trofeo come segno del loro coraggio. Addirittura, uno dei ragazzi ebbe l’insensata idea di farselo cucire sul suo cappotto per mostrarlo a tutti i suoi amici e conoscenti. Mentre i ragazzi si apprestavano a lasciare quel posto, uno di loro gettò (forse accidentalmente) un mozzicone di sigaretta ancora accesa tra le sterpaglie, innescando un grande incendio che distrusse l’intero campo in poche ore.

La mattina seguente, alcuni contadini proprietari dei terreni adiacenti si recarono ad esaminare il luogo dell’incendio. Ad un primo e rapido sguardo era chiaro che nulla si era salvato. Ciò che il giorno prima era stato un rigoglioso campo di grano, adesso era divenuto un cumulo di ceneri ancora fumanti. Non vi era traccia nemmeno dello spaventapasseri che per anni era stato posto alla custodia di quel posto. Era chiaro che bruciando in quel gigantesco incendio i suoi resti si siano mischiati con gli altri mucchietti di cenere che giacevano qua e là. Ma ad un’osservazione più attenta, uno degli uomini fece notare agli altri una strana scia tra la cenere che partiva dal centro del campo, continuava per alcuni metri per poi terminare una volta oltrepassato il confine della proprietà. Analizzando per bene quella scia, gli uomini pensarono che qualcuno si fosse trascinato al suolo per sfuggire alle fiamme. Ognuno di loro pensò subito che fosse stata opera dello spaventapasseri, tutti quanti i presenti pensarono che quel fantoccio sporco e malandato fosse posseduto da qualcosa di malvagio e violento. Ma un po’ per superstizione e un po’ per paura, nessuno palesò questo pensiero ad alta voce. Ma è proprio a questo punto che la situazione, già di per sé inquietante, prese una piega ancora più oscura.

Il giorno dopo, uno dei contadini alzatosi di primo mattino per dare il becchime alle galline e sbrigare le faccende della fattoria, entrato nel pollaio si trovò davanti ad una scena raccapricciante. Le pareti erano coperte di sangue da cima a fondo, e alla maggior parte di quegli animali era stata mozzata la testa dal collo. Il particolare più inquietante della vicenda era che, in gran parte delle teste mancava uno degli occhi, per la precisione l’occhio sinistro. Sconvolto ed in preda alla collera, uscì dal pollaio urlando ed imprecando. Mentre percorreva il tragitto che separava il pollaio dalla rimessa degli attrezzi, volse lo sguardo in direzione del proprio campo. Un brivido percorse per intero la spina dorsale dell’uomo. Al centro del campo di sua proprietà troneggiava una figura che lui ben conosceva, la figura del famigerato spaventapasseri dato arso nel rogo della notte prima. A quanto pare non era stato bruciato con il resto del campo, poiché risultava perfettamente intatto. L’inquietante fantoccio era intento ad osservare il contadino in preda all’incredulità, con il suo volto senza più gli occhi. Chiamato uno dei suoi tre figli, rimossero lo spaventapasseri dal campo e lo gettarono nel suo campo originario. Il contadino pensò che il vero colpevole potesse essere qualcuno che provava rancore verso di lui oppure verso i membri della sua famiglia. Chi mai avrebbe compiuto quel massacro? E ancora più strano, perché usare lo spaventapasseri come avvertimento? Ancora scosso e arrabbiato, l’uomo cercò di dimenticare ciò che era successo e continuò a dedicarsi alle faccende della propria fattoria.

La mattina seguente, un analogo massacro si consumò nella proprietà di un altro di quei contadini che avevano indagato nel campo andato in fiamme. Gli agnelli dell’uomo, erano stati smembrati, decapitati e ad alcuni di loro era stato cavato l’occhio sinistro. Come se non bastasse, quell’uomo racconto che, una volta uscito dalle stalle e voltatosi in direzione del proprio campo, aveva trovato lo spaventapasseri a fare la guardia. Al fantoccio mancava, naturalmente, il grande bottone rosso sul lato sinistro della testa. I fenomeni di questo tipo si moltiplicarono senza fermarsi, e nel giro di breve tempo la voce di quegli attacchi si sparse per tutto il paese. Un pazzo massacrava il bestiame e piantava al centro dei campi l’orrendo spaventapasseri, ormai divenuto il marchio del suo terrificante operato. La voce giunse perfino nei paesi confinanti, arrivando perfino alle orecchie di alcuni giovani. Molti di questi ne rimasero estremamente turbati nell’ascoltare quell’inquietante racconto.

Una notte, il giovane ragazzo che tempo addietro aveva strappato l’occhio del fantoccio, si addentrò ancora una volta nella proprietà del vecchio contadino, vandalizzando ancora una volta quello spaventapasseri. Dopo aver portato a termine il suo obiettivo, il ragazzo ritornò alla sua abitazione e si addormentò. Mentre dormiva, una strana ombra fece capolino dalla finestra. Non vi furono rumori, suoni strani o delle grida, c’era solo un tetro e dominante silenzio. La mattina seguente, la madre del ragazzo salì al piano superiore per svegliarlo, ma appena aprì la porta si trovò di fronte ad una scena davvero terrificante e straziante. Il corpo del figlio giaceva ridotto a brandelli sul letto, e alcuni di questi erano stati come lanciati sulle pareti e sul pavimento. La testa era stata mozzata e giaceva sul pavimento. Entrambi gli occhi erano però al proprio posto, sbarrati in un’espressione di autentico terrore. La donna non badò al giubbotto in pelle gettato in un angolo della stanza, altrimenti si sarebbe sicuramente accorta che all’indumento, ormai ridotto a poco più di uno straccio, mancava qualcosa che lei stessa aveva appuntato. Del grande bottone rosso, l’occhio di quello spaventapasseri, non c’era traccia. I macabri massacri del bestiame cessarono, e con la fine di questo fenomeno, lo spaventapasseri non si ripresentò più nei campi dei poveri contadini, nè in altri luoghi. Nessuno in tutto il paese o nelle zone limitrofe vide mai più il grottesco fantoccio… così come non si sentì più parlare di coloro che per primi osarono profanare la sua dimora.

Fonte: creepyitalia.altervista.org/

Narrazioni[]

L'occhio_dello_spaventapasseri_(Creepypasta_-51)_(The_Horror_Land)

L'occhio dello spaventapasseri (Creepypasta -51) (The Horror Land)

Narrazione di MISTER S.U

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