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La vicenda si svolge in Francia, verso la fine del 1800 e l'inizio del 1900. Blanche Monnier, una giovane ragazza di 24 anni, fu costretta a vivere dalla madre segregata in una stanza. Il suo ritrovamento è avvenuto il 23 maggio 1901, quando il procuratore generale di Parigi, ricevette una lettera anonima con su scritto che una donna era tenuta prigioniera in una casa situata al "21 rue de la Visitation".

Un estratto della lettera[]

"Al signor procuratore generale: ho il dovere di informarla di un evento di serissima gravità. Parlo di una donna nubile rinchiusa in casa di Madame Monnier, mezza morta di fame e che ha vissuto su una piccola portantina putrida, per gli ultimi venticinque anni – in parole povere, nel suo stesso sudiciume".

Il ritrovamento della donna[]

Quando i poliziotti arrivarono all’abitazione, trovarono la povera Blanche in una stanza del piano superiore, distesa su un letto tra feci e avanzi di cibo. Completamente nuda, la donna quarantanovenne che, ormai pesava poco più di 20 kg, si nascondeva spaventata tra le coperte. Non vedeva la luce del sole da ben 24 anni. Dopo il ritrovamento, fu subito avvolta in una coperta e trasportata d’urgenza all’ Hôtel-Dieu Hospital di Parigi, dove, in un primo momento, i medici pensavano fosse morta. Nel frattempo la polizia perquisì la casa e trovò la madre di Blanche tranquillamente seduta nel soggiorno. Sia lei che il figlio Marcel furono sottoposti ad un interrogatorio.

Le sue condizioni di salute[]

Gli infermieri dell’ospedale notarono che Blanche traeva grande piacere dal fare il bagno e dall’idea di poter finalmente respirare aria pulita. Ma vivendo per parecchio tempo in una stanza buia, non riusciva ancora del tutto a tollerare la luce del sole. Inoltre notarono che, a differenza del fratello, Blanche era una persona calma e tranquilla, con un buon autocontrollo.

La verità sull'accaduto[]

Durante le indagini, la verità venne a galla nonostante la risposta ad alcune domande non si riesca a trovare ancora oggi. All'età di 24 anni Blanche si innamorò di un avvocato più grande di lei, che abitava nel suo stesso quartiere e dal quale probabilmente aspettava un bambino. La madre di Blanche però, contraria alla loro relazione, implorò la figlia di non sposarsi. Tuttavia ricevendo un rifiuto, iniziò ad architettare con il figlio un piano per impedire il matrimonio. Così, una notte, decisero di rinchiudere Blanche in una stanza, dove sarebbe dovuta restare finché non avesse acconsentito a troncare la relazione. La madre pensava che un po’ alla volta avrebbe ceduto assecondando le sue pretese, ma non fu così. Qui di seguito vi è un estratto della testimonianza di un vicino che ascoltò una sua confessione:

“Cosa ho fatto per meritarmi questo? Non merito una simile tortura. Dio non esiste a questo punto, altrimenti perché farebbe soffrire le sue creature in questo modo? E nessuno viene a salvarmi!”

Le conseguenze[]

Dopo l’accaduto, la madre di Blanche fu arrestata e rinchiusa in carcere. Qui fu trasportata in infermeria a causa di una malattia al cuore, dove morì quindici giorni dopo. Il figlio Marcel invece fu accusato di essere complice della madre. Il suo primo processo si tenne il 7 ottobre 1901 e quattro giorni dopo, fu ritenuto colpevole e condannato a 15 mesi. Tuttavia, il 20 novembre dello stesso anno, la corte d’appello decretò la sua libertà dal momento che non aveva esercitato alcun tipo di violenza sulla donna.

Fonte e immagine

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