Creepypasta Italia Wiki
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È successo tutto solo ieri notte, quindi sono ancora abbastanza scosso dall'accaduto. Cercherò di raccontarvi tutto nella maniera più precisa possibile, anche se la paura potrebbe aver cancellato qualche dettaglio.

Lavoro in un dipartimento di polizia, situato in una cittadina non troppo grande del Midwestern, e faccio turni serali. Dopo aver staccato verso le 2 del mattino, ho subito cercato una stazione di servizio per fare rifornimento. Non era stata un'idea brillante fermarsi proprio lì: il posto era scarsamente illuminato e non c'era traccia di altri clienti.

Mentre effettuavo rifornimento noto una donna di colore, all'incirca sulla quarantina, seduta su un bordo accanto al parcheggio; era vestita molto leggera, cosa che mi saltò subito all'occhio, visto che le condizioni atmosferiche quella notte non erano proprio favorevoli, data la pioggia e il freddo.

Vedendo che aveva catturato la mia attenzione, mi rivolse la parola. E qui emerge la mia seconda idea che avrei sicuramente potuto evitare, ovvero cercare di andarle incontro. Vedendola in quelle condizioni, mi ero preoccupato un po' e volevo vedere come potevo aiutarla.

"Hey, bellezza. Avrei bisogno di tornare a casa, nella Città A, ma non ho modo. Mi servirebbero 60 dollari per il taxi e io ne ho solo 40. Potresti aiutarmi?"

Non mi capita di dare soldi a un mendicante qualunque, ma decisi di darle fiducia e aiutarla. Le dissi che non avevo soldi liquidi, ma che potevo procurarmeli dal bancomat.

Sfortunatamente il bancomat non funzionava; le dissi allora che non potevo fare altro per esserle d'aiuto. Tornai allora nella mia macchina, ma lei continuava a seguirmi e a parlarmi, come se nulla fosse. Fu così che appena entrai nell'auto, lei fece altrettanto.

Ero scioccato. Senza batter ciglio si era messa nel sedile accanto al posto guida. Appena entrata in auto, notai anche che il suo umore improvvisamente cambiò del tutto: da triste passò ad essere eccitatissima.

"Portami a casa di mia zia," mi disse. "Lei può prestarmi dei soldi."

Non sapevo bene cosa fare. Volevo ovviamente cacciarla subito dalla mia macchina, ma non potevo non pensare alle conseguenze, visto che ha già dimostrato di essere imprevedibile. Sembrava essere leggermente fumata, inoltre non potevo sapere se era armata o meno. Una mossa falsa e poteva seriamente finire male.

"Dov'è che dovrei andare, di preciso?" le chiesi.

"Tu pensa a guidare, ti indico io la strada." mi rispose.

"Scordatelo. Ho bisogno di sapere dove stiamo effettivamente andando." replicai, sempre più scoraggiato a portarla chissà dove.

"Tranquillo, tesoro, il fatto che io sia nera non ti deve preoccupare. Non ho intenzione di farti del male. Guida e basta."

"No, devi dirmi l'indirizzo specifico della casa di tua zia." Risposi, insistente.

"Okay. Sta nella Via A."

"Qual è il numero civico?"

Via via che le chiedevo informazioni, si agitava sempre di più. Non avendo ancora lasciato la stazione di servizio, pensai di scendere e chiedere aiuto. Ma, pensandoci bene, era meglio non fare nulla: sia perché lei sembrava avere una certa confidenza con l'addetto alla stazione, sia perché non volevo assolutamente lasciarla sola nella mia auto.

Dopo un momento di silenzio, mi chiese: "Perché mi fai tutte queste domande? Pensavo fossimo amici. Non ti fidi perché sono nera, vero?"

"Lavoro al dipartimento di polizia, fa parte del mio lavoro."

Una volta aver realizzato che lavoro alla polizia, perse letteralmente il controllo. Mi accusò di essere una specie di spia e che stavo cercando di incastrarla; insomma, perse la testa.

A quel punto ero ancora più spaventato. Volevo liberarmi di lei il prima possibile, ma è chiaro che con la forza avrei solo peggiorato le cose.

"Il fatto che io lavori nella polizia non deve preoccuparti. Ascolta, potremmo fermarci al primo bancomat funzionante e poi prendere dei soldi da darti. Va bene?"

Forse in questo modo me la sarei potuta togliere di mezzo senza troppi grattacapi. Infatti sembrò funzionare: si calmò subito e accettò la mia proposta. Sapevo che mi sarei preso altri rischi a portarmela in auto, ma non potevo fare altrimenti.

Durante il tragitto si mise a chiacchierare. Fin qui tutto normale, se non fosse per il fatto che i suoi discorsi non sembravano avere un minimo di senso. Infatti la nostra conversazione si ridusse a questo:

"È stata una fortuna averti conosciuto. Sai, ci sono dei tizi che stanno cercando di prendermi. Domani verrò al tuo dipartimento così possiamo arrestarli." cominciò.

"D'accordo, domani ne parleremo. Stanotte torni a casa, no?"

"Certo, tesoro, a casa mia, nella Città B."

"Città B? Pensavo fosse l'altra, la Città A."

"Sì, sì, intendevo quella, la Città A. È abbastanza lontana, per questo il taxi mi costava ben 40 dollari."

"40 dollari? Sicura?"

"Esatto, dolcezza."

"Mi avevi detto che ne hai esattamente 40."

"Sì che ne ho 40, carino. Però me ne servivano altri 20 per il taxi, dato che costava 60 dollari."

*Silenzio*

"Allora, mi accompagnerai fino a casa di mia zia, nella Via B?" riprese lei.

"Pensavo avessi detto Via A, prima."

"No, sta proprio nella Via B. Ma non importa, lei non mi darebbe nemmeno un centesimo; mi faresti quindi il favore di accompagnarmi nella Città A?"

Da come cambiava continuamente idea mi sembra ovvio che questa donna avesse seri problemi. Mi fermo al WalMart più vicino avente un bancomat, seguito sempre da lei.

Cerco di allontanarla servendomi della scusa di dover andare un attimo nella zona ristoro, al bagno, per poi chiamare la polizia una volta lì dentro, in modo tale da non farmi vedere. Ma subito dopo mi accorgo che non avrei potuto fare alcunché quando me la trovai nello stesso posto. Mi aveva seguito fino a lì.

A quel punto si raggiunge il colmo. Mi prende il braccio e mi sussurra all'orecchio: "Non fa niente se non hai soldi da darmi. Ma adesso sono curiosa, ti piacerebbe leccarmi la vagina?"

Rifiuto l'"offerta" immediatamente, per poi liberarmi dalla sua presa e chiudermi in una cabina del bagno a chiave. Sentendomi un po' più al sicuro, Le dico che alcuni miei amici al dipartimento potrebbero fare qualcosa che io sono impossibilitato a fare. Dovevo lavarmene le mani in qualche modo.

Al sentire della parola "polizia" impazzì di nuovo, minacciando di andarsene. Ed è effettivamente quello che fa, ma per sicurezza non uscii subito dalla cabina. Avevo fatto bene: dopo un minuto tornò nel bagno a bussare violentemente nella porta della cabina, chiedendomi una cosa che non faceva altro che turbarmi sempre di più.

"Hey! Torniamo un secondo in auto. Devo prendere la mia birra."

Era ovviamente un'altra delle tante cose che si era inventata di sana pianta, in quanto al momento di entrare nella macchina non aveva niente con sé che assomigliasse lontanamente ad una birra.

Al mio ennesimo rifiuto di collaborare con lei se ne andò di nuovo. Questa volta aspettai cinque minuti buoni prima di uscire. Cerco immediatamente di contattare la polizia, una volta fuori dal bagno: fortunatamente, mi risponde un dipartimento differente da quello in cui lavoro, altrimenti chissà che figura ci avrei fatto con i colleghi se avessero saputo della mia disavventura.

L'agente che aveva accolto la denuncia mi raccomandò di stare più attento in futuro, in quanto recentemente erano stati casi simili, nei quali gente come me finiva a ritrovarsi vittima di mendicanti che, una volta che "hanno in pugno" chi si offre di aiutarli, procedevano col molestare la vittima. Mi informò anche di un avvenimento praticamente analogo al mio, in cui la stessa donna era coinvolta.

Ho davvero imparato la lezione. Se non avessi avuto tutta questa fortuna dalla mia parte non saprei davvero come sarebbe andata a finire. Quindi, se nel caso ti capitasse l'opportunità di aiutare uno sconosciuto a notte fonda... stai attento.

Fonte Inglese

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