Creepypasta Italia Wiki
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Quella notte mi svegliai con Echo, il mio cane, che abbaiava durante una tempesta.

Era appollaiato sul bordo del mio letto, di fronte alla porta e, abbaiava come un matto. Lo grattai dietro l'orecchio per farlo calmare e lo accompagnai al suo solito posto sul mio letto.

Col senno di poi, il suo abbaiare fu il primo avvertimento.

Il mio cervello, iperattivo com'è, era curioso di sapere perché si stesse comportando in modo così strano. Echo raramente abbaiava verso il nulla, quindi era improbabile che stesse abbaiando a niente.

Pensai fra me e me che forse potesse esserci una puzzola nel cortile.

Dato che in quel momento ero mezzo addormentato, quella spiegazione sembrava perfettamente logica. Se fossi stato più lucido, mi sarei reso conto che qualsiasi puzzola nel vicinato avrebbe dovuto essere in letargo da settimane, visto il periodo dell'anno.

Anche se così non fosse stato, la feroce tempesta di neve fuori, avrebbe dissuaso qualunque cosa dal girovagare.

Tentai di addormentarmi nuovamente, e come vorrei averlo fatto...

Sfortunatamente, a causa della mia abitudine di dormire con la bocca aperta, divenni sempre più consapevole di quanto avessi sete. Cercai di stare al caldo del mio letto il più a lungo possibile, ma non passò molto tempo prima che la mia lingua cominciasse a sembrare carta vetrata. Era chiaro che non sarei stato in grado di dormire senza un bicchiere d'acqua.

Dissi a Echo di restare al suo posto e m'infilai i mocassini. L'aria fuori dal mio rifugio di coperte era gelida, così mi misi anche la vestaglia. Quando lasciai la mia camera da letto, notai che la televisione del seminterrato mostrava una schermata statica. Probabilmente mia madre si era dimenticata di spegnerla dopo aver guardato i suoi soliti film gialli, pensai.

La TV mostrava una schermata statica, chiaramente a causa della tempesta fuori.

Un'altra spiegazione logica, che sarebbe molto meno logica se fossi stato completamente sveglio.

Mia madre, per quanto stanca fosse, non lasciava mai accesa la televisione. È troppo precisina per fare una cosa del genere. Nel mio cervello assonnato, tuttavia, aveva perfettamente senso. Non riuscii a trovare il telecomando della TV, perché la stanza era buia e non volevo accecarmi accidentalmente accendendo le luci, quindi lasciai la TV accesa.

Avrei dovuto tornare indietro, strisciare di nuovo a letto e attendere il mattino.

Salii le scale fino al pianerottolo, che era immerso in un bagliore arancione, proiettato dai lampioni.

Da lassù sentivo il vento che si abbatteva contro i muri della casa.

Stavo iniziando a svegliarmi un po'.

Notai che il catenaccio della porta era sbloccato.

Questo fu l'ultimo avvertimento.

I miei genitori sentivano che non era necessario, con la tempesta e tutto il resto.

I semi del dubbio cominciarono a insidiarsi nella mia mente... Sapevo che non era così.

Alcuni nuovi vicini erano stati sospettati d'aver fatto irruzione nelle case delle persone e di aver rubato i loro liquori.

I miei genitori, essendo collezionisti di vini pregiati, avevano preso l'abitudine di chiudere con catenaccio ogni notte negli ultimi mesi, anche quando l'azione era del tutto inutile. La parte cosciente della mia mente cominciava a svegliarsi, iniziando a notare queste cose. Una sensazione di disagio cominciò a raccogliersi nel mio intestino. Tuttavia, dopo aver chiuso con il catenaccio, mi recai in cucina.

Dalla cucina avevo una visuale chiara del soggiorno, e mentre riempivo un bicchiere vuoto con l'acqua del lavandino, non solo notai che anche la televisione quassù mostrava statico, ma che c'era una figura seduta sul divano.

“Non preoccuparti" -pensai nervosamente- “È solo papà".

"È di nuovo sonnambulo".

Ero pienamente consapevole dei difetti di questa "spiegazione logica"; soprattutto a causa del fatto che la figura sul divano fosse calva e grassoccia, mentre mio padre è magro e i suoi capelli stanno appena cominciando a diradarsi.

Il fatto che mio padre stesse prendendo dei farmaci per combattere il suo sonnambulismo.

Il fatto che potevo sentirlo russare dalla camera dei miei genitori.

Cercai di ignorare questi pensieri, di spingerli in fondo alla mia mente come avevo fatto prima. Ma non funzionò.

Posai delicatamente il bicchiere sul bancone della cucina. Le mie mani erano fredde e appiccicose, tremavano di terrore. La mia frequenza cardiaca stava aumentando e il mio respiro era rapido. Anche nella confusione del momento, sapevo che questo non era solo un normale ladro, dubitavo che la cosa sul divano fosse anche umana. Raggiunsi il telefono per chiamare il 911, scoprendo che non potevo ricevere alcun servizio a causa della tempesta. Frustrato e confuso, iniziai a premere pulsanti a caso sulla tastiera.

Fu allora che sentii la cosa muoversi...

Il suono non era forte, ma era abbastanza da farmi gelare il sangue e far sì che alcune gocce di sudore appiccicoso cominciassero a scorrermi lungo la schiena. Era un suono simile a quello delle ossa che scrocchiano, non solo alcune; sembrava un'intera stanza piena di persone che si scrocchiavano il collo, la schiena e le nocche tutto in una volta. Mi voltai dall'inutile telefono per guardare per la prima volta la creatura.

Era in piedi, di fronte a me e illuminata dal bagliore arancione proveniente dalla finestra del soggiorno. Era alta circa un metro e ottanta, era completamente nuda ed era piuttosto grassoccia. La sua pelle era di un colore grigiastro e malato, e pareva quasi viscida. Le braccia della creatura penzolavano come se fossero disossate e alla fine di ognuna c'era un groviglio di dita. La parte peggiore della creatura, tuttavia, era la sua faccia. La cosa non aveva naso, solo due fessure dove sarebbero state le sue narici. I suoi occhi erano orbite vuote e bianche che sembravano troppo grandi rispetto al resto della faccia. Quanto alla bocca, beh, non ne aveva proprio una. Sembrava che l'intera mascella inferiore fosse stata staccata dal resto del viso, lasciando una lingua gonfia e rosa appesa al collo.

La creatura cominciò a farsi strada verso di me, emettendo quel suono terribile ad ogni passo. Sembrava stesse cercando di parlarmi, ma senza la sua mascella, la lingua poteva solo dimenarsi impotente mentre gemiti sinistri fuoriuscivano dalla sua gola.

Feci quello che chiunque altro avrebbe fatto in quella situazione: corsi come un dannato.

Quando arrivai al pianerottolo, chiusi la porta che lo separava dal primo piano. Avevo tre opzioni: potevo arrendermi alla creatura, potevo correre di sotto - cosa che alla fine avrebbe portato a un vicolo cieco -, oppure potevo correre fuori e affrontare una delle peggiori bufere di neve del decennio. Nessuna delle scelte era allettante, ma sapevo che sarei morto comunque se avessi continuato a stare lì. Non ebbi molto tempo per scegliere, poiché la porta tra me e la creatura si aprì, rivelando quella cosa in tutto il suo grottesco splendore. Cominciò a scendere le scale verso di me. Presi la mia decisione, e per quanto stupida fosse, non sarei ancora vivo se non l'avessi fatto. Tolsi il catenaccio e corsi fuori.

I primi secondi, non sentii assolutamente nulla tranne l'adrenalina e la paura che mi attraversavano. Mentre correvo mi voltai indietro in direzione della casa...

Potevo vedere la creatura fissarmi attraverso la finestra della cucina. Sembrava quasi... Felice.

Quando la mia casa svanì nella bufera di neve, il freddo cominciò a farsi sentire. Indossando solo pigiama, pantofole e una vestaglia, non era difficile capire perché. Continuai a correre, temendo che la cosa mi inseguisse, ma più andavo avanti e più cominciavo a perdere sensibilità. Quando finalmente raggiunsi l'autostrada, non sentivo più le mie dita delle mani. Notai dei fari in avvicinamento.

Quando il veicolo si fermò davanti a me, tutto iniziò a diventare nero...

Mi svegliai diverse ore dopo al suono di una macchina che suonava. All'inizio, pensai che fosse tutto un incubo, che ero di nuovo nel mio letto e che la mia sveglia mi stesse dicendo di svegliarmi e andare a scuola.

Cominciai a riprendere conoscenza e mi resi conto che non indossavo più il pigiama, ma indossavo un camice da ospedale. C'era un'infermiera in piedi dinanzi a me, che controllava i miei segni vitali.

A quanto pare, l'autista di un carro attrezzi mi aveva trovato mentre andava a lavorare.

Aveva fatto quello che chiunque altro avrebbe fatto se avesse trovato un adolescente che correva come un forsennato nel mezzo di una tempesta di neve a mezzanotte e mi aveva portato di corsa all'ospedale più vicino. Venni ricoverato al pronto soccorso con un grave congelamento e un moderato caso di ipotermia. I miei genitori vennero contattati immediatamente e all'inizio sembrò che stessi per tornare a casa. Cioè, fino a quando i medici non mi chiesero perché ero fuori in pigiama, in primo luogo. Raccontai loro la storia, perché non riuscivo a pensare a nessuna scusa che suonasse meno folle.

Come ci si potrebbe aspettare, fui spedito subito al reparto psichiatria.

È lì che sto scrivendo questo ora.

Vedi, i dottori possono trovare un numero qualsiasi di spiegazioni logiche. Possono dirmi che avevo le allucinazioni, che stavo avendo un incubo, che ero troppo stressato. Con una laurea in medicina, si può spiegare qualsiasi fenomeno innaturale con un numero sufficiente di pillole e prescrizioni. Ma solo perché una spiegazione è logica, non significa che sia vera. All'inizio credevo a quello che dicevano, all'inizio tutto aveva un senso. Ma qualcosa che è successo nel corso della giornata, ha cambiato le cose...

Stavo leggendo un libro nel mio letto, iniziando a fare i conti con l'accaduto, quando la TV nella mia stanza ha preso vita. Mostrava una schermata statica. Dalla finestra, potevo scorgere una figura grigia all'esterno dell'ospedale.

Nonostante mi trovi al quarto piano, posso con assoluta certezza dire che quella creatura, quella maledetta creatura, stava guardando dritto verso di me...


Traduzione di Princeps

Link all'originale



Narrazioni[]

Spiegazioni_Logiche_-_Creepypasta_ITA

Spiegazioni Logiche - Creepypasta ITA

Narrazione di Princeps

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