Sapeva che avrebbe trovato Sandra seduta sotto la magnolia. Si presentò con il bicchierino del caffè accuratamente coperto e un sorriso: prese posto accanto alla collega e le posò una mano sulla spalla.
- Mmmhh... caffè, eh? - Fu felice di vederla sorridere a propria volta, per quanto debolmente.
- Dai... giusto un sorso. Ne hai proprio bisogno. Prima di tornare al lavoro, ti sciacqui la bocca. Vedrai che non se ne accorgerà nessuno.
Sandra buttò giù il contenuto del bicchierino, molto più chiaro di qualsiasi bevanda venisse erogata dal distributore automatico di un ospedale, a parte l'acqua: che non ha certo quel profumo pungente, nei distributori automatici. Sospirò e si abbandonò allo schienale della panchina.
In certi momenti, solo un'amica capisce di cosa hai bisogno.
Monica accese due sigarette e ne offrì una. Tirarono alcune boccate, in silenzio. Il fumo si mescolava al profumo di vaniglia e limone dei fiori appena dischiusi.
- Mi dispiace. Capita sempre più di rado. Ma se sei presente... lo so.

L'altra annuì.
- Come è potuto succedere? - "Ha bisogno di parlare."
- Voglio dire... dagli esami non era risultato niente?
Sandra accennò un ghirigoro nell'aria, con la sigaretta. "Strano, vederla gesticolare." - Sai... una di quelle svalvolate, di quei movimenti naturalisti, o come si chiamano. Gravidanza naturale, parto naturale... finché la Natura non comincia a farti soffrire le pene dell'Inferno. Allora si corre in ospedale.
- E scommetto che voleva tenere con sé la... la creatura.
- Poveretta. Abbiamo dovuto sedarla.
Terminata la propria sigaretta, Sandra ne accese a propria volta altre due. Monica accettò la propria senza discutere, anche se quella che stava già fumando era ancora a metà.
- E adesso...
- Non c'è altro da fare. E' l'opzione più umana.
- Ma, secondo te, cosa succederebbe se... se la bimba vivesse?
- Di tutto. Lo sai. Non possono vivere con... noi normali. - "Noi esseri umani". Monica si rimproverò: non era un pensiero degno di un'ostetrica.
- Dovrebbero operarle. Tentare, perlomeno
- Serve solo a prolungare le loro sofferenze. Lo sai. - Le tornarono in mente alcune lezioni. Dolorose operazioni e terapie farmacologiche avrebbero impedito che il minuscolo cromosoma storpio, che aveva già deformato quelle povere bambine nel grembo materno, si dispiegasse in tutto il proprio disumano potere alla pubertà: facendole degenerare in ragazze destinate a brevi esistenze invalide, dai corpi squilibrati e nodosi e dalle voci minacciose, che sia Monica che Sandra avevano avuto la fortuna di non incontrare mai dal vivo.
Ma quelle adolescenti sotto cura, esteriormente uguali alle altre, capivano comunque di essere diverse, senza rimedio. E si suicidavano. O diventavano violente.
"E quelle che nascono in clandestinità e crescono senza cure, fecondano illegalmente le donne sane e perpetuano la maledizione. Maledette irresponsabili!"
In giorni come quelli, rimpiangeva di aver scelto il proprio lavoro.
Terminarono le proprie sigarette, in silenzio.