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Era una fredda mattina, se non sbaglio, e il freddo rompeva i pochi attimi di lucidità che mi rimanevano.

Il gioco continuava ad andare, ormai avevi superato quasi tutti i livelli, avevi quasi tutti i mattoni…

Era una ventosa mattinata, non posso sbagliarmi, e il vento buttava giù, uno alla volta, tutti i mattoni del mio muro.

Il gioco ti aveva consumato, era troppo reale, era troppo…

Era un’impossibile mattinata, non dormivi da ore, da giorni, da settimane.

Il gioco te l’aveva detto… questa storia della realtà virtuale avrebbe potuto distruggerti.

Avevo perso ogni possibilità di vivere, ne ero sicuro finché…




Capitolo 1 – Il primo mattone



Sei davanti ad una porta. Non c’è molto da fare.

Ti guardi intorno: solo bianche mura, con spruzzi rossi.

Ti guardi: un corpo bianco, smorto, pieno di graffi che sgorgano liquido nero.


Alla tua sinistra appare uno specchio: il tuo viso…

Apri la porta.


Entri in una strana stanza piena di fioca luce rossa. Ci sono delle persone, o almeno sembrano esserle, chinate che si cibano di non sai cosa. Magre, grige, scheletriche…

Uno di loro si gira: i suoi occhi sono completamente scavati nel cranio ed emetto un’invisibile luce gialla; ti guarda sorridendo, ma non riesci a distinguere la bocca dalle altre parti del volto.

Ti guardi velocemente intorno e vedi tre porte: una a destra, una dietro di te, una davanti a te.

Devi scegliere, velocemente.







Porta a destra



Entri nella porta alla tua destra.

Sei circondato da quelle strane creature. Sono immobili, in piedi, che ti fissano. Noti che sono stranamente alte e chine, le braccia e le gambe sono ancora più scheletriche del corpo, quasi sembrano rami.


La porta dietro di te si chiude.


Spero per te che l’infinito non duri troppo.





Porta dietro di te



Entri nella porta dietro di te.


Ora che ci pensi, questa è la porta dalla quale sei uscito cinque minuti fa. Eppure la stanza è cambiata: è completamente buia. Le pupille si allargano, i sensi si rilassano, i muscoli si bloccano.

Con le mani dritte davanti a te cammini a fortuna. Tocchi degli oggetti, con spigoli, e con uno di questi ti tagli.


- Ah!


Continui a camminare e sbatti contro un muro. Inizi a pensare al peggio, quando ti abbassi e senti una piccola apertura nel muro. Dovresti poterci entrare senza problemi.


Ci entri.


Non fai in tempo ad abituarti all’accecante luce che inizi a piangere: un rumore, sordo, impossibile. E’ troppo forte, troppo.

Apri gli occhi e ti ritrovi in una stanza piena di specchi: il tuo volto. Ora il rosso piangere ti dona una morbosa, orribile, bellezza.


Nell’impossibile rumore, senti delle voci. Il sangue continua ad uscire dai tuoi spaventati occhi.



- Chi siete?!


Gli specchi cadono rompendosi. Ti copri la testa per evitare l’impatto, ma quando apri le braccia vedi solo vetro sottile come neve che cade.

Il rumore è sparito. In un certo senso ti manca.


Una porta davanti a te si apre e scopre un uomo sanguinante che ti viene in contro porgendoti le mani.

Poco prima dell’impatto, l’uomo cade chiedendo aiuto. La sua voce… sottile come il dolore.



Vorresti aiutarlo, ma potresti anche andartene dalla porta appena aperta dall’uomo.




Porta davanti a te



Apri la porta davanti a te.

Lo strano ominide ti segue: ti accorgi però che non ha le gambe.


Strisciando con un’irrazionale velocità, l’ominide, lascia la sua scia di dolore e sangue. Corri, più veloce che puoi, mai corso così velocemente.

Continui a guardarti indietro e ogni volta che ti giri, l’essere, acquisisce maggiore velocità. Ti ha praticamente raggiunto quando sbatti contro qualcosa.


È immenso.

Mai vista cosa del genere.


Vedi davanti a te un immensa statua raffigurante un cuore, perfettamente anatomico. Pulsa.

L’ominide si è fermato, più o meno a dieci metri dalla statua, ed è in una dolorosa immobilità.

C’è un piccolo buco proprio nel mezzo del cuore.


Infili la mano ed estrai uno strano coltello che ti taglia leggermente la mano.

Appena estrai l’oggetto, l’ominide alza lo sguardo a si scaglia contro di te; nello stesso momento il cuore esplode e ti rivela un’uscita.



Ora potresti uccidere l’ominide ma anche scappare.







Aiuti l’uomo



- Si sente bene?



Silenzio.



- Signore?



Capivi solo ora che la domanda era inquietantemente stupida. Una macchia nera si forma sotto il corpo dell’uomo.

Ti abbassi per sentire di cosa si tratta.


E' lo stesso liquido che sgorgava dal tuo corpo fino a pochi minuti fa.

Avvicini il tuo dito alla bocca: quel liquido ha un sapore stupendo.

Inizi a leccare per terra. Litri e litri di liquido passano ora per la tua gola.


Una voce muta ti dice che hai recuperato le forze e ti senti improvvisamente forte.

Dalla porta aperta dall’uomo entrano decine e decine di esseri.


La voce muta ti consiglia di usare tutto il tuo potere. Non capisci bene di cosa stia parlando, ma appena uno di quei cosi ti tocca, mandi una strana onda che colpisce la maggior parte degli esseri e li spinge verso il muro, lasciando cadere altri litri di liquido nero.



Invincibile.



Vai avanti




Esci dalla porta appena aperta



Lasci l’uomo a terra e corri verso la porta appena aperta dal malcapitato.

Decine di esseri ti circondano.


Una voce muta ti dice qualcosa, ma la stanchezza ti sopraffale.



La stanza ti vuole con sé e loro hanno incredibilmente fame.




Uccidi l’ominide



Corri verso l’ominide al massimo delle tue forze e premi il coltello dentro quella che ti sembra una testa.



Moltitudini di infinite luci gialle, fuoriescono dalla testa dell’ominide.



Una macchia nera si forma sotto il corpo dell’ominide.

Ti abbassi per sentire di cosa si tratta.

È lo stesso liquido che sgorgava dal tuo corpo fino a pochi minuti fa.

Avvicini il tuo dito alla bocca: quel liquido ha un sapore stupendo.

Inizi a leccare per terra. Litri e litri di liquido passano ora per la tua gola.



Una voce muta ti dice che hai recuperato le forze e ti senti improvvisamente forte.



Invincibile.



Vai avanti




Scappi



Entri nel cuore ormai inesistente.

Lo senti pulsare, lo senti vivere. L’ominide non entra, non ti segue. Decidi allora di continuare.

Inizia percorrere uno stretto corridoio.

Man mano che cammini il freddo ti sta vicino con un opprimente compagnia.

Continui a camminare, non hai più forze…


Il corridoio ha molto tempo soprattutto per farti conoscere a pieno la compagnia del freddo.







Capitolo 2 – L’inizio



Appare una scritta sullo schermo:



> Ora è il tuo turno.



> Proprio come me, proprio come tutti, sei davanti al computer, a giocare, a leggere.



> Sicuro che ne valga la pena?



> A causa mia molte persone hanno smesso di mangiare, hanno smesso di… vivere.



> Beh, hai voluto giocare, credo continuerai.



> Hai guadagnato il primo mattone. Usalo a tuo piacere.






Provi un certo senso di inquietudine, vero?

Beh, se vuoi continuare a giocare, basta continuare a leggere.


Altrimenti… beh, se non continui non potrai mai sapere: potresti morire a distanza di decenni e decenni dall’inizio di questo gioco, e non sapere ancora la verità. Vuoi sapere di cosa sto parlando? Ecco, allora sta già facendo effetto…



Ti svegli.



Sei in una stanza, di nuovo. Non ti ricordi come ci sei finito, non ti ricordi il lasso di tempo se non quello descritto nelle righe sovrastanti.

Senti dei suoni, provenire da svariati punti della stanza.


Eppure…




Ti guardi intorno: è una stanza completamente vuota. Non c’è nessun colore, nessuno, non c’è nessun odore, nessuno, solo quegli strani suoni.

Cominciano a uscire dal pavimento, dai muri, dal soffitto.


È ora di usare i tuoi poteri o uno strano coltello che ti ritrovi in mano. Non sai né cosa siano i poteri, né cosa sia quello strano coltello.



Ti senti ancora invincibile?





Poteri



Non sai cosa devi fare, non sai perché. Senti solo il dolore infinito di quegli esseri che lentamente di consumano…

Una voce muta di consiglia di usare i tuoi poteri. Di cosa parla?


Metti le tue mani in avanti e vedi dell’aria muoversi proprio in mezzo a quelle dieci dita che ti ritrovi. Spingi le braccia verso quegli esseri.


Volano. Spruzzano sangue. Urlano.


È un suono bellissimo…



E allora ricominci a bere quello strano liquido nero. E allora sei di nuovo vivo.



Invincibile.



Eccola, davanti a te, La Porta.



Eppure, proprio di fronte ai tuoi piedi, c’è una botola. Chissà.




Coltello



Cosa fare? Perché? Come?



Inizi a dimenare il coltello come un pazzo, provocando ferite varie agli ominidi che ti vengono in contro.

Sono tanti, troppi.

Corri, corri veloce, più di prima, ma c’è solo il muro.

Loro stanno arrivando verso di te, senti il loro respiro che ti opprime, il loro nauseabondo odore che ti consuma. E dolore.


Un dolore che nessun umano dovrebbe provare. Lo senti sulla pelle, nella testa. È meglio muoversi.


E allora ti decidi: lanci il coltello, proprio in fronte ad uno di quegli esseri. Luce. Ancora, all’infinito. Sei quasi accecato, ma è una luce calda, non è una luce fredda.


E allora ricominci a bere quello strano liquido nero. E allora sei di nuovo vivo.



Invincibile.



Eccola, davanti a te, La Porta.



Eppure, proprio di fronte ai tuoi piedi, c’è una botola. Chissà.





La Porta



Apri la porta.



E di fronte a te c’è il tuo incubo più grande: il nulla.

Non ha colore, non ha forma, non ha tempo. Solo l’infinito, solo il niente. Non puoi vederlo, non puoi toccarlo, eppure sai cos’è, sai com’è.



Ti guardi indietro: solo altro, minuscolo, infinito nulla.




La botola



Scendi nella botola.



Da lì, prima, salivano quei mostri: senti la loro presenza, la loro puzza, il loro dolore, la loro sofferenza.



E allora ti entrano nella testa, ti entrano nel corpo, ti entrano nell’essere.



Urli, forse non hai mai urlato così tanto.



Ti svegli



Davanti a te il soffitto: niente mostri, niente sangue, niente liquidi.



Qualcuno te l’aveva detto che avresti dovuto smetterla coi videogiochi, eppure hai continuato.



- Oh… svegliati!


È tua madre.



La guardi con gli occhi chiusi, non vuoi svegliarti, vuoi tornare a giocare, vuoi tornare nel tuo mondo.



Lì tutto è meglio… non hai preoccupazioni, solo l’adrenalina a mille.



Tutto quello che cerchi.



- Dai, raggiungimi giù in cucina.



Slam!



La porta sbatte facendoti sobbalzare. Tua madre è sempre così delicata.



Apri gli occhi: la stanza davanti a te è simile a quella vista nel sogn… sogno? Sei proprio sicuro che quello fosse un sogno?



Scendi le scale, correndo. Senti quel rumore, sai cosa vuol dire.



- Ehi amore, hai fatto tardi ieri sera?



Tua madre ti sorride.



Eppure quegli occhi gialli… si, sei sicuro, quegli occhi sono proprio gialli, non puoi sbagliarti!

V. r.

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