Creepypasta Italia Wiki
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Tutto iniziò quando mi trasferii nella mia nuova casa. Già, è proprio un cliché. Ma credetemi, lo so, ma è quello che è successo. Non ho mai avuto esperienze paranormali prima di allora e, anche se mi avrebbe interessato, non mi sono mai aspettato che qualcosa accadesse a me.

Riuscii ad affittare la casa per un prezzo davvero modesto. Non ci pensai troppo su, poiché era un’abitazione vecchia e non nel migliore dei quartieri, quindi pensai di aver fatto un buon affare. Dopo aver trasferito ogni cosa, le cose andarono bene per qualche tempo.

Non ricordo con esattezza quando tutto sia iniziato, perché sembrava qualcosa di così effimero a quel tempo. Lasciavo una luce accesa in cucina o in bagno e, quando tornavo, la ritrovavo spenta. Onestamente, pensai che semplicemente mi scordavo di averle già spente. Dopo un po’, iniziai ad avere dei dubbi ed iniziai a lasciare un paio di luci accese intenzionatamente. A volte, nulla accadeva. Altre volte, ritornavo per trovarle spente.

A quel punto, intuii che qualcosa effettivamente non quadrasse. Non ero davvero spaventato, solo confuso. Pensai che, forse, ci fosse qualche problema con l’apparato elettrico. Iniziai a lasciare le luci accese più spesso; credevo che, magari, sarei riuscito ad ottenere qualche indizio sul perché si spegnessero in modo così casuale. Fu allora che le cose presero una nuova piega.

La prima volta in cui ricordo effettivamente essere accaduto qualcosa fu quando lasciai le luci della cucina e del salotto accese mentre ero addormentato. Mi svegliai a causa di un profondo e rimbombante brontolio, proveniente dalla cucina. Ora, dalla camera da letto, riesco a vedere il corridoio e il salotto, che è collegato alla cucina. Mi ricordo di essermi svegliato e di aver immaginato ci fosse un animale o qualcosa di simile in casa mia.

Guardai in basso, in corridoio, verso il salotto, per vedere la luce spegnersi. Qualcuno aveva premuto l’interruttore della luce dalla cucina. Mi giunse un nuovo grave brontolio, questa volta dal salotto, e per poco non urlai quando vidi qualcosa sfrecciare per tutta la lunghezza del corridoio; fu allora che anche le luci del salotto si spensero.

Non riuscii esattamente a capire cosa fosse. Era sembrata un’ombra nera, o qualcosa di simile. Non importava molto. Mi stavo cagando addosso dalla paura. Mi fiondai fuori dal letto e corsi ad accendere le luci della camera, aspettandomi che qualcosa potesse trovarsi nella stanza e fosse pronto a prendermi.

Nulla. Non c’era nulla nella stanza. Tirai un sospiro di sollievo, dopodiché camminai lentamente lungo il corridoio, verso il salotto. Una volta arrivato, praticamente corsi per attivare l’interruttore della luce lì da qualche parte. Ancora una volta, nulla. La tappa seguente fu la cucina, ed ancora niente!

Stavo iniziando a credere di aver sognato tutto quanto prima di andare a spegnere tutte le luci. Mi bloccai. Ero un uomo adulto, eppure ero lì, ed ero terrorizzato dall’andare a spegnere l’interruttore. E lo ammetto; dormii con tutte le luci accese quella notte.

Quello fu un errore.

Quando mi svegliai l’indomani mattina, tutte le luci erano, per l’ennesima volta, spente. Mi obbligai a scendere dal letto e trasalii, poiché il mio corpo era indolenzito. Spostai le lenzuola per vedere dei lunghi segni rossi corrermi lungo le gambe e le braccia. Pareva che qualcosa mi avesse graffiato durante la notte. Questo mi spaventò a morte, ma non quanto quello che vidi in seguito in giro per casa.

Ogni lampadina che avevo lasciato accesa era in frantumi.

Ogni singola lampadina che era accesa la scorsa notte era rotta, ogni lampada gettata a terra e distrutta. Il respiro mi si mozzò in gola mentre mi guardavo intorno. Qualcosa era fuori per fuori, in quel posto. E qualcosa stava tentando di… beh, di farmi qualcosa. Chiamai a lavoro prendendomi un giorno di malattia ed andai immediatamente a sostituire tutte le lampadine.

Non sapevo che fare allora. Pensai di andarmene, ma, e so che questo potrà suonare stupido, quella era la mia casa. Era la mia prima volta lontano dalla mia famiglia, e quella era la MIA casa. Non potevo abbandonarla. Quindi… rimasi.

Anche se le cose sarebbero peggiorate.

Nonostante iniziassi a diventare terrorizzato dal buio, non riuscivo effettivamente a dormire con le luci accese addosso a me, la notte, in camera. Ne lasciavo accese delle altre, come quella in corridoio, o in salotto, affinché mi permettessero di vederci abbastanza bene nella mia di stanza, più oscura.

E, quasi ogni notte, mi svegliavo nel bel mezzo nel buio sentendo qualcosa brontolare e aggirarsi furtivamente per il salotto; e le luci si spegnevano. Non volevo andare a vedere. Ero spaventato dal solo pensiero di ritrovarmi nella stessa stanza con quel qualsiasi cosa fosse. Quindi mi rannicchiai nel mio letto e pregai che mai entrasse lì.

Una notte, dopo che tutto questo stava continuando già da un po’, ne ebbi abbastanza. Comprai una pistola ed accesi ogni singola luce della casa. dopodiché, mi sedetti nel mezzo del salotto, con la pistola in grembo ed una mazza da baseball poggiata affianco a me. Attesi. Non ci fu nulla all’inizio, per molto tempo. Attorno alle due di mattina iniziai ad udirlo. Stranamente, era dietro di me. Mi voltai e sbirciai verso il corridoio e la mia camera, e potei udire il famigliare brontolio.

Inghiottii la saliva ed afferrai la pistola con una mano, la mazza da baseball con l’altra. Lentamente, iniziai a passeggiare in giro, per avere una migliore vista sulla camera dal salotto. Quando il mio letto iniziò ad entrare nel mio campo visivo, sentii un sonoro THUMP! Seguito da un grugnito disumano. Io, quale coraggioso uomo che ero, balzai indietro e fuggii fuori dal corridoio.

Volevo farla finita con tutto quello ma, santo cielo, non volevo avere a che fare con quella cosa! Potevo sentirlo piangere e rompere oggetti; e non so come feci, ma riuscii ad udire un “click”. Dopodiché, nulla. Lentamente, ritornai indietro per sbirciare in corridoio, e la luce era nuovamente spenta. Presi un profondo respiro e dopodiché mi avventurai in avanti, le mie armi pronte con me.

Quando arrivai alla mia camera da letto e riaccesi la luce, sussultai. Il mio letto era devastato, completamente distrutto. Fu come se qualche animale avesse balzato sopra di esso e lo avesse ridotto a brandelli. Feci un passo in avanti per vedere cosa fosse rimasto del letto, e rimasi pietrificato lì in piedi per chissà quanto tempo. Non mi voltai finché non udii il famigliare grugnito. Finalmente, in piedi vicino alla porta, proprio appresso all’interruttore, lo vidi.

Era un uomo, un uomo pallido, in decomposizione, con un corpo straziato che appariva come se, una volta, fosse stato il giocattolo di un cane; l’uomo mi stava guardando. Ero troppo scioccato per sollevare le mie armi. Mi fissò solo per un momento, dopodiché… spense le luci. Urlai. E non mi vergogno nemmeno di ammetterlo.

Urlai, e fuggii. Non mi importava del fatto che quel… quell’uomo… fosse lì. Corsi oltre il punto in cui lo avevo visto, agitando la mazza da baseball come un pazzo. Quasi feci un buco sul muro del corridoio mentre correvo verso la sicura luce del medesimo. Mi voltai per guardare, appena in tempo per vederlo, ancora una volta, vicino all’interruttore del corridoio. Spense pure quello. A quel punto, non volevo nemmeno lottare. Volevo andarmene al sicuro. Mi fiondai oltre il salotto, entro la luminosità della cucina.

Udii il brontolio ed il suono dei graffi quasi tutt’intorno a me, e sapevo che sarebbe tornato. Mi guardai le spalle ancora una volta per vedere quel cadavere d’uomo storpio e putrido spegnere un’altra luce, con un dito maciullato, gettandomi in una terrificante oscurità. Mi fiondai verso il salotto.

Quella sarebbe stata la mia ultima occasione di battaglia. Avrei dovuto combattere, lì. Mi avvicinai ad una lampada, che sarebbe stata la mia ultima speranza di difesa. Odiavo il buio quindi rimasi lì fermo, appresso a quella confortante lampada. Mi aspettavo che si spegnesse pure quella ma… non lo fece. Mi guardai intorno e… silenzio. Nient’altro che silenzio.

Allora mi rivolsi verso quella divina lampada che mi rifiutavo di cedere. Mi ritrovai ad iniziare a ridere; una folle ma VIVA risata, e credetti che, finalmente, sarei stato bene. Mi avvicinai ancor più e giuro che quasi abbracciai quella lampada.

Finché non lo vidi.

Udii il brontolio giungere non da dietro, ma da davanti a me! Proveniva da quella lampada. Sgranai gli occhi e fissai la luce di quella lampada, mentre questa si intensificava. Incespicai indietro e, non so cosa accadde, ma credo di esser inciampato in qualcosa. Mi ritrovai a terra sula mia schiena, mentre fissavo quella luminosa ed intensa luce. Non era più tanto confortante. Era calda, forte, luminosa… credevo mi avrebbe bruciato. E dopo arrivò.

Non ho parole per descrivere cosa fuoriuscì dalla luce di quella lampada. Era orribile, distorto, pieno di rabbia. So che non dimenticherò mai quegli occhi. Luminosi, caldi, e bianchi… due cerchi luminescenti di pura malignità. Mi odiava. Odiava ogni cosa di me. E non solo me. Odiava noi tutti. Ogni essere umano. Ma era bloccato, lì. E si sarebbe sfogato con ciò che poteva. Me. Non so come sapessi tutto questo ma… lo sapevo e basta. Balzai sul posto e mi preparai per una dolorosa morte.

“CLICK!”

La luce si spense. Per l’ennesima volta, oscurità. Dolce, silenziosa, rilassante oscurità. Rimasi a terra per un lungo momento, lasciando che i miei occhi si riabituassero mentre continuavo a mantenere il mio sguardo fisso sul luogo dove c’era la lampada. Mentre i secondi passavano, iniziai a riconoscere la sua figura. Quell’uomo storpio era vicino alla lampada, una mano maciullata stava sull’interruttore, e lui guardava verso di me.

Capii solo allora. Capii cosa tutto questo significasse. Tutto ciò che era accaduto. L’uomo allontanò la sua mano dall’interruttore, dopodiché puntò un dito deforme verso di essa, con chiarezza, prima di scuotere il suo capo da destra a sinistra. Tutto ciò che mi ritrovai a fare fu annuire.

Non era lui colui che tentava di farmi del male. Per tutto quel tempo, tutte quelle volte, lui stava tentando di proteggermi. Quella creatura orrida poteva palesarsi solo alla luce. E questo storpio uomo aveva tentato di mantenermi al sicuro. Non voleva che qualcun altro ripetesse i suoi errori.

Mi trasferii già il giorno seguente e non mi riguardai più indietro. Qualunque cosa fosse, era confinata in quella casa e, finora, nient’altro mi si è presentato da una fonte di luce. Tuttavia, quella cosa rimarrà sempre impressa nella mia mente. Ogni notte, nel mio nuovo appartamento, ho preso l’abitudine di girare per la casa, assicurandomi che ogni luce sia spenta, ogni tenda chiusa, e mi accerto di immergermi in un silenzioso, confortevole e sicuro buio pesto.



[Creepypasta originale qui ; traduzione di Coffy ]

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